Qualche settimana fa per sottolineare la drammaticità della loro situazione avevano fatto una occupazione simbolica del cantiere sulla S.S. 113 che prevede l'ampliamento della struttura della clinica Santa Teresa, mentre due operai erano saliti su un'alta gru anche per sollecitare l'attenzione dei curatori responsabili delle aziende confiscate a Michele Aiello, l'ex ticcon della sanità siciliana, su ritardi nei pagamenti e sull'assenza di prospettive di occupazione.
Adesso la loro protesta e le loro ragioni si spostano in Prefettura a Palermo: cassa integrazione in deroga che va a scadere, pagamenti in perenne ritardo, sussidi di disoccupazione ormai ad esaurimento, questa la drammatica situazione di un centinaio di famiglie bagheresi che traevano il loro reddito dalle imprese dell'ATI Group, il ramo edilizio dell'impero economico di Michele Aiello.
Dei quattro cantieri dove dovrebbero essere impegnati i lavoratori, vuoi per motivi burocratici, vuoi per carenza di risorse eonomiche, solo quello di Biancavilla (CT) assorbe, si fa per dire, solo due operai che curano semplicemnete la sicurezza del cantiere; per il resto tutto fermo e lavoratori senza alcun reddito certo.
A Bagheria, qualche settimana fa sembrava essersi aperto qualche spiraglio, quantomeno sul pagamento della cassa integrazione, ed il dr. Andrea Dara aveva dato delle assicurazioni circa lo sforzo che la direzione delle imprese avrebbe fatto per la prosecuzione delle attività, ma da allora poco o nulla è cambiato.
Per questo oggi di buon mattino i lavoratori si sono ritrovati alla stazione ferroviaria di Bagheria, da dove ragggiungeranno Palermo e quindi la Prefettura dove hanno intenzione di chiedere in maniera ferma che si trovi una soluzione ai loro problemi.
Assieme a loro i sindacalisti della Fillea CGIL.
Si sposta in Prefettura la protesta dei lavoratori dell'ATI Group
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