Sulle relazioni affettive primarie

Sulle relazioni affettive primarie

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Rispondo subito a una ragazza che mi ha scritto chiedendomi se i preliminari prima delle effusioni amorose sono oggi ancora importanti. Bah, io penso di si, anche se tutto dipende da una miriade di variabili,
legate agli eventi e alle circostanze. Non sono un sessuologo però il rischio è quello di bruciare troppo velocemente le tappe e quindi di non dare il giusto “valore” a certe situazioni.

Il tema di questa settimana riguarda invece l’attaccamento e la qualità delle primissime relazioni bambino-genitori, cosa che può relazionarsi in qualche modo con quanto detto in queste prime righe, nel senso che queste primissime esperienze potranno avere effetti sui futuri equilibri affettivi adulti.

Tutti noi ci chiediamo se esista uno stile educativo giusto per i nostri figli, cioè se vi sia effettivamente un modo elettivo che possa costituire un modello. Sono state fatte tantissime ricerche, specie in campo psicologico e pedagogico per cercare di capire se esiste un modo giusto di comportarsi con i figli, e quello che è emerso, è sostanzialmente, un bacino piuttosto confuso di affermazioni, teorie, idee circa le cose da fare e quelle assolutamente da evitare.

Ma esiste una relazione tra la nostra infanzia e la vita adulta? Gli accadimenti che ci hanno coinvolto da bambini possono influenzare il nostro modo di vivere e le nostre relazioni attuali? Certo che si, altroché.

Lo stile educativo dei nostri genitori, la qualità della vita che abbiamo vissuto, le relazioni sociali, gli eventi, le situazioni traumatiche determinano quello che noi siamo e in buona parte anche quello che saremo. Se aggiungete a questo mix il nostro patrimonio ereditario coi nostri simpatici geni la ricetta magica è completa. Infatti sarebbe impossibile escludere l’influenza delle componenti ereditarie, frutto di migliorie e aggiustamenti spalmati nell’arco di più generazioni, seguendo le traiettorie continue e discontinue dello sviluppo.

Se abbiamo ricevuto uno stile equilibrato, improntato all’ascolto e alla vicinanza nei momenti di difficoltà, senza dinamiche autoritarie, eccessivamente rigide, abbiamo ottenuto un buon punto di partenza.
Questo è di fondamentale importanza perché da piccoli abbiamo bisogno di genitori altamente responsivi (soprattutto della madre) che siano subito pronti e al momento giusto.

Il bambino non ha bisogno di madri oppressive, troppo vicine al bambino quando questo cerca di esplorare l’ambiente o totalmente assenti quando piange e richiama l’attenzione della madre.
La qualità dell’attaccamento è importantissima. Questa sorta di base sicura che si forma durante l’infanzia rimane sostanzialmente stabile durante lo sviluppo. Già intorno ai 3 mesi il bambino comincia a discriminare le persone, soprattutto quelle che si prendono cura di lui, e comincia così questa forma di legame basilare per lo sviluppo futuro, accentuandosi dagli 8 mesi in poi.

Più l’attaccamento sarà costruito su una base sicura, con uno stile educativo assertivo e non autoritario, più potremo contare su un appoggio forte e solido, che ci sarà utile soprattutto per fronteggiare le situazioni di stress. Ma di questo potremo avere modo di parlarne in futuro.

Ciao e alla prossima!

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