Emergenza idrica alle porte: rischio caos dopo la rinuncia di Onda Energia

Emergenza idrica alle porte: rischio caos dopo la rinuncia di Onda Energia

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Dopo la rinuncia comunicata qualche giorno fa da parte di Onda Energia che avrebbe dovuto, stando ai risultati della gara, rilevare la gestione della distribuzione idrica e della manutenzione delle reti e degli impianti di depurazione nei 52 comuni dell'ATO idrico e farsi carico dei 202 lavoratori impegnati nel servizio, la situazione rischia di avviarsi verso il caos.

Adesso è  allarme e da tutti viene un appello di tutti rivolto soprattutto al presidente della Regione Crocetta perchè faccia qualcosa per scongiurare una emergenza idrica che avrebbe risvolti drammatici, anche perchè non di sola emergenza idrica si tratterebbe: il servizio idrico integrato attiene anche allo scarico e alla depurazione dei reflui il cui stop determinerebbe seri problemi ambientali; ma in ballo c'è anche il posto di lavoro degli ex dipendenti APS.

Che nei fatti sia già emergenza i cittadini se ne sono accorti da tempo: erogazione idrica a singhiozzo, decine e decine di perdite nella rete di cui da mesi ormai nessuno si dà cura, per non parlare dei 202 dipendenti della fallita società APS che da cinque mesi lavorano senza stipendio e, quel che è peggio, senza prospettive.

A Bagheria non passa giorno che i cittadini segnalino perdite sulla rete che si protraggono per settimane se non addirittura per mesi: una ricchezza preziosa che si perde in mille rivoli, am nessuno può fare niente.

Onda Energia la società che era riuscita in sede di aggiudicazione di gara a strappare un aumento delle tariffe ed una certa libertà nella gestione del personale di cui si sarebbe dovuta far carico, ha rinunciato a proseguire la trattativa con la Provincia con la motivazione che "le condizioni fuori norma degli impianti che rischiano di travolgere l'azienda in serie responsabilità penali, la rivendicazione dei titoli esecutivi alla restituzione delle reti avanzata da 10 dei 52 comuni che non permette di avere alcuna garanzia sul mantenimento e la consistenza del servizio idrico integrato e l'assenza di concrete e convergenti azioni e provvedimenti in favore della sostenibilità del nuovo gestore costringe l'azienda a rivedere i suoi propositi per i gravi rischi che l'iniziativa implica sotto il profilo penale ed economico".

E questo proprio nel giorno in cui i sindacati avevano convocato gli ex dipendenti APS presso la Camera di commercio, per il passaggio al nuovo gestore.

In sintesi è accaduto che alcuni sindaci dei comuni più piccoli rivendicano la titolarità della gestione ritenendo di avere al loro interno risorse tecniche e professionali in grado di gestire il servizio; ma il riferimento è anche ad impianti di depurazione non a norma e malgestiti che rischiano di innescare conseguenze non solo economiche ma  di natura penale per il futuro gestore del servizio.

Tutto questo ha spinto Onda Energia a fare un passo indietro.

Cosa succederà adesso?

Il commissario della Provincia, Domenico Tucci, ha continuato a rinviare il termine ( giovedì la nuova scadenza) entro cui si proponeva, sollecitato anche dalla curatela fallimentare di A.P.S.,  di riaffidare ai singoli comuni la gestione dei loro impianti con conseguenze nell'immediato imprevedibili e spieghiamo il perchè.

A partire da Bagheria.

Il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque si sta sforzando in vista del peggio, di trovare all'interno dei dipendenti comunali figure professionali che fossero in grado di gestire le manovre sulla rete oltre che gli aspetti amministrativi, ed avrebbe già individuto quattro  tecnici e due amministrativi all'altezza di gestire il servizio idrico in senso stretto, manovre sulla rete e bollettazione, ma per l'impianto di depurazione non ha in questo momento nè risorse, nè personale tecnico, di conseguenza gestire il depuratore  sarebbe un disastro.

L'AMAP di Leoluca Orlando si è detta disponibile a rilevare la fallita A.P.S. , ma a costi che vengono ritenuti insostenibili dai comuni e dagli utenti.

A questo punto prima che accada l'irreparabile, e cioè la paralisi, dovrà essere la Regione ed il suo presidente Rosario Crocetta a proporre una via d'uscita, ma non c'è più tempo da perdere; ma anche a Bagheria non sarebbe male che la politica si fermasse a ragionare su un tema così caldo.

nella foto il vecchio acquedotto di Bagheria

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