Piazza Vittime della Mafia: il progettista precisa

Piazza Vittime della Mafia: il progettista precisa

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Non credo che occorra essere degli specialisti per intuire che gli eucaliptus non consentono l’attecchimento di altre piante.
Qui nessuno ce l’ha con quegli alberi, ma per poter rendere davvero verde quell’area attraverso la messa a dimora di piante più consone alla sua destinazione si è reso necessario
l’abbattimento di alcune di esse.

Inoltre, come chi conosce quell’area per averla qualche volta, non dico frequentata ma, quantomeno, attraversata, avrà notato che era costituita da tratti di aiuole relegate all’interno di muretti di cemento che non si limitavano al contenimento del terreno ma, con la loro preponderante presenza e consistenza, annullavano totalmente la percezione delle aiuole: sorta di vasche di cemento riempite di terra.
Il progetto invece considera la continuità delle aiuole con i camminamenti, vede quell’area come un’area verde da annettere alla città; un’area verde aperta e pienamente fruibile nella sua totalità.

È prevista la realizzazione di un palchetto della musica, dove poter organizzare spettacoli durante l’anno; un pergolato che dia un fronte su via Diego D’amico e dove poter passeggiare o sostare all’ombra. Inoltre è prevista non solo la regolarizzazione delle strade ma anche un aumento dei parcheggi; l’ampliamento e la nuova pavimentazione dei marciapiedi. Insomma un’area che abbia i caratteri propri del verde urbano. E senza voler turbare la sensibilità bucolica di qualcuno o limitare velleità didattiche di qualche altra, a volte, e, mi si permetta, non a cuor leggero, può valer la pena sacrificare qualche albero.

Chi, facilmente approfittando dell’inevitabile criticità di un cantiere aperto e in fase di demolizione e non di realizzazione (portate i vostri amici a casa vostra mentre ci sono i muratori che abbattono i tramezzi perché la state ristrutturando??? Diranno certamente che è bellissima e che profuma di violette) per criticare in maniera scomposta l’operato dei progettisti e di chi si adopera per riqualificare, si, proprio così, riqualificare la città, è mai passato da quell’area, sotto quegli eucaliptus “barbaramente abbattuti”?
Ci si è soffermato per una mezz’oretta? Si è davvero riempito i polmoni di quell’odore balsamico?
Avrà sicuramente avuto difficoltà a districarsi in mezzo alle mamme con le carrozzine o ai bambini che scorazzavano!

Fortunatamente c’è ancora qualche erede di Giufà che sradica eucaliptus, notoriamente pezzi della memoria storica di questa città e di questa terra, magari per piantarci carrubi o palme o addirittura, stranezze esotiche come gli agrumi!
Che poi questo Giufà è davvero imprevedibile: abbatte eucaliptus, sposta alberi di ulivi quarantennali per creare verde all’interno e parchi intorno alla città, consente pure che i cittadini ne possano godere… davvero singolare!


Arc. Paolo Mattina

(responsabile Unico del procedimento)
del progetto relativo a Piazza Vittime della Mafia


Ci spiace che l'archit. Paolo Mattina abbia considerato la nota da noi pubblicata qualche giorno fà e dal titolo "Riqualificazione? No grazie", una critica ingiustificata e pregiudiziale al suo operato e al suo progetto di risistemazione di Piazza Vittime della mafia, che confessiamo di non conoscere, attribuendoci, peraltro, preso dalla foga, espressioni che non abbiamo mai usato. Ma tant'è.
Non sono la qualità e le caratteristiche del suo progetto il tema centrale di cui si parla nell'articolo, ma soprattutto, e anche in maniera scherzosa e paradossale, (chè tale è il riferimento a Giufà), la "insensibilità storica" delle amministrazioni che a Bagheria si sono succedute, a parte qualche lodevole eccezione, nei confronti dei temi del verde pubblico e dell'arredo urbano, come chiunque viva a Bagheria può certificare.
Sappiamo bene che la sostituzione degli eucaliptus e la piantumazione di nuove essenze, nello specifico, ci possono anche stare.
Siamo fiduciosi: anche se, ad oggi, come possiamo documentare con le immagini, in tante occasioni alla rimozione di pietre e cemento sono seguite spesso altre colate di cemento: e del "godimento" di cui parla l'archit. Mattina neanche l 'ombra (è il caso di dire).

REDAZIONE Bnews




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