Emergenza rifiuti: si va verso una correzione di rotta

Emergenza rifiuti: si va verso una correzione di rotta

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Patrizio Cinque e la sua amministrazione di fronte alla ormai cronica emergenza rifiuti si vedono costretti a prendere atto che le cause e la soluzione del problema non sono di ordine esclusivamente politico e si decidono ad imboccare strade già sperimentate e percorsi nuovi che possano garantire un minimo di decoro cittadino..

In poche parole il problema rifiuti oltre che politico è questione che ha risvolti non secondari di natura tecnico-organizzativi, gestionali, di criticità che pesano come un macigno ( si pensi solo al fatto che occorre andare a conferire i rifuti a Siculiana, a 300 Km. di distanza tra andata e ritorno), oltre che di cattive abitudini e comportamenti di parte della popolazione.

In poche parole volere non è potere.

Allora si sta facendo ricorso a massicce dosi di noli a caldo per fronteggiare le montagne di rifiuti, noli che però rischiano di far saltare del tutto i conti di un comune già di suo in dissesto, e ne è una riprova l'aumento della Tari ( e non Tasi come avevamo erroneamente scritto in un primo momento) che proprio oggi il consiglio comunale andrà a discutere.

Bisogna prendere atto che malgrado l'impegno personale degli amministratori e la volontà indubbia di volere violare alcuni santuari,  i 63 addetti Coinres a Bagheria, semplicemente non ce la fanno a raccogliere le 65-70 tonnellate di rifiuti al giorno che producono i bagheresi.

Per fare un confronto, negli anni '80 per una popolazione di 40.000/45.000 abitanti gli addetti erano una cinquantina con tre autocompattatori, quando però il paese era meno esteso e la produzione pro/capite di rifiuti oscillava dagli 0,800 ad 1 Kg. al giorno.

L' emergenza continua  è scattata infatti allorchè lanciata la rivoluzione di agosto ci si è resi conto che la mancanza dei 25 ex Temporary che lavoravano per la Ecogestioni, si faceva sentire nell'equilibrio generale.

E' anche vero, come ha denunciato il sindaco che il Coinres ha servito più che i cittadini, gli interessi di cosa nostra.

Quando a Bagheria erano destinati, almeno sulla carta, oltre 150 addetti Coinres le emergenze rifiuti venivano abilmente pilotate tre-quattro volte l'anno per consentire affidamenti d'urgenza senza gare d'appalto per far lavorare la palicedda, il polpo e i mezzi delle ditte di qualche amico, che riuscivano a realizzare in poche settimane i fatturati di un anno intero.

Pe certificare la presenza di cosa nostra al Coinres basta mettere in fila alcune cifre: un operaio del Coinres di Misilmeri, parente di un capomafia, ucciso in aperta campagna mentre avrebbe dovuto essere al lavoro; solo a Bagheria tre dipendenti arrestati per associazione mafiosa, due operai licenziati per furto di carburante dai mezzi, decine di mezzi bruciati all'interno dei depositi, un compattatore rubato e mai più ritrovato, mentre proprio in questi giorni in Tribunale ha avuto inizio il procedimento che vede imputati a vario titolo per truffa, assenteismo ed altri reati, dodici dipendenti del Coinres di Bagheria.

E nella prima udienza la testimonianza di un maresciallo dei carabinieri che ha partecipato alle indagini avrà fatto fischiare le orecchie a più di un politico del tempo dei comuni consorziati.

Patrizio Cinque ed i suoi assessori sanno bene inoltre che, tra fuoriuscita dal Coinres, (i cui commissari scadono peraltro oggi 30 settembre), varo della nuova società pubblica di gestione e selezione del personale trascorrerà  almeno un anno, ed in questo lasso di tempo la situazione potrà solo peggiorare.

Da qui  l'orientamento che sembra emergere è quello di fare ricorso a strumenti tradizionali: detto dei noli, si pensa di fare una gara d'appalto, limitata nel tempo, per affidare all'esterno in una sorta di miniAro la raccolta dei rifiuti  indifferenziati nei quartieri  di periferia, lasciando ai 63 del Coinres il compito del porta a porta e della raccolta dentro le mura.

E Patrizio Cinque accarezza un sogno che ove si realizzasse potrebbe cambiare la situazione in maniera radicale: il problema è stato affrontato in sedi autorevoli, e si riferisce alla eventualità di consentire al solo comune di Bagheria, che è quello che ha maggiori difficoltà, di potere conferire i rifiuti a Bellolampo, anche se va detto che il sindaco Orlando, pur senza fare nomi, ha escluso che altri comuni oltre alla città di Palermo possano essere autorizzati a scaricare a Bellolampo.

Ma la questione è sul tappeto e potrebbe consentire,  anche se fosse solo a titolo temporaneo, una radicale inversione di rotta. 

Angelo Gargano

 

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