Padre M.Purpura risponde alle minacce: i portatori della Madonna, testimoni di un percorso di fede

Padre M.Purpura risponde alle minacce: i portatori della Madonna, testimoni di un percorso di fede

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Determinato ma sereno, il giovane parrocco della Chiesa delle Anime Sante, padre Massimiliano Purpura, che a conclusione delle omelie di domenica scorsa salutate alla fine  da lunghi applausi, ha detto la sua sulle polemiche di questi giorni, riguardanti la collocazione in Chiesa della statua dell'Immacolata, e che hanno visto anche un gesto incivile e inaccettabile quale quello di una scritta e di atteggiamenti minacciosi nei suoi confronti.

Ci riceve nel suo piccolo studio nella Chiesa delle Anime Sante, e si vede cha ha tanta voglia di parlare non solo dello specifico della vicenda che lo ha proiettato sui media, ma soprattutto del suo ruolo di pastore di anime.

'Tutte le decisioni assunte e i lavori eseguiti nella nostra Chiesa - premette - sono state pensate e realizzate nel rispetto della storia di questo luogo sacro e con il concerto delle autorità ecclesiastiche'  e sono state e saranno sempre - continua - rispettose della conservazione di beni storici e artistici di pregio e delle tradizioni religiose'.

La polemica nasce quando per motivi legati al precedente assetto storico dell'altare maggiore e per la necessità di evitare continui microtraumi alla settecentesca statua lignea della Madonna Immacolata, il parroco ha deciso, consultata la Curia, di toglierla dalla nicchia sull'altare maggiore, di sistemarla stabilmente su una vara  in una cappella laterale protetta da un cancelletto, a destra subito dopo l'ingresso della Chiesa.

Cominciano i mugugni di qualcuno dei fedeli, e soprattutto degli ex portatori della vara; ex appunto perchè il gruppo dei portatori, che non sono confraternita, è stato sciolto lo scorso anno.

Sostengono alcuni che fu nel 1954 quando l'allora cardinale Ernesto Ruffini, proclamò l'Immacolata, madre e regina di Bagheria, che la collocazione della statua nella nicchia centrale dell'altare maggiore non è mai stata messa in discussione; tra l'altro quest'anno si celebra con l'Anno mariano il 60° di quella ricorrenza.

Gli animi si riscaldano, le proteste salgono di tono, qualcuno chiede l'intervento della Curia, peraltro già informata da padre Massimiliano, e si arriva all'episodio di intolleranza: al ritorno di un pellegrinaggio in Calabria con un gruppo di fedeli, padre Massimiliano scopre una scritta sulla porta della canonica, vagamente minacciosa.

All'inizio non dà particolare peso alla cosa, poi segue il suggerimento di denunciare il fatto alla Polizia.

altSull'altare centrale andrà invece, così come era un tempo, un quadro in corso di restauro, una deposizione datata 1801 dell'Intergugliemi, che in quel periodo lavorò molto a Bagheria e nel territorio.

'I lavori eseguiti sulle opere - tiene a sottolineare padre Massimiliano - sono stati tutti autorizzati e vengono eseguiti da specialisti del settore'.

 Ma forse l'oggetto del contendere è un altro, e riguarda non solo la decisione di sciogliere il gruppo dei portatori, ma dei requisiti che, a chi si candida a portare la vara, verranno nel futuro richieste.

'Intanto - dice padre Purpura - oggi la Polizia ci chiede l'elenco delle persone che vanno sotto la vara, per cui io procederò con una selezione in cui gli aspiranti portatori dovranno presentare il loro curriculum', e sembra di capire, anche il certificato penale.

La  fede, chiosa padre Purpura, è un percorso che non si manifesta  solo con una partecipazione episodica ai riti religiosi, messe o processioni, o sotto forma di pratiche quasi pagane, la fede si testimonia ogni giorno con i propri comportamenti e il proprio stile di vita.

Chi può godere del 'privilegio'  di andare sotto la vara della Madonna, deve essere nella vita di ogni giorno, con i propri comportamenti, con la propria vita, testimone di fede e di legalità.

Quanto accaduto in altri luoghi, a Palermo o in Calabria, con inchini durante le processioni delle vare di fronte alla abitazioni di personaggi discussi, è qualcosa di inaccettabile per la coscienza religiosa e civile.

'Il cristiano è tale in tutte le sue manifestazioni - conclude padre Massimiliano Purpura - non esistono sfere personali o riservate all'interno delle quali si può derogare ai principi intangibili della fede e del credo religioso: è arrivato il momento di cambiare, ed il primo cambiamento deve riguardare noi stessi, il nostro modo di essere e di comportarci: se non ora quando?

Angelo Gargano

 

 

 

 

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