In soli tre mesi perse 155 aziende in Sicilia

In soli tre mesi perse 155 aziende in Sicilia

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Le imprese artigiane tornano a manifestare chiari segnali di sofferenza, con delle punte che denotano scarsa vitalità soprattutto in Sardegna, che si guadagna la maglia nera con una contrazione del numero di aziende artigiane dello 0,86%, seguite proprio dalla Sicilia con un calo dello 0,2%, che tuttavia intensifica la discesa rispetto al dato precedente non positivo, relativo al secondo trimestre del 2014, quando era stata segnata una contrazione dello 0,17%.

In negativo sono andate anche altre Regioni, come le Marche (-0,4%), l’Abruzzo (-0,4%) e l’Umbria (-0,5%) che sono anche le realtà territoriali in cui l’artigianato vanta ancora una posizione e una diffusione molto consistenti. A mettere a nudo l’attuale situazione è stato l’ufficio studi di Confartigianato che si è basato sui dati forniti da Unioncamere-Infocamere.

Traslando il discorso in numeri, quindi da aprile a giugno di quest’anno il numero di nuove aziende artigiane è stato di 1.137 nuove unità, ma nello stesso periodo hanno chiuso i battenti 1.292 attività che già esistevano. Quindi il trimestre si è chiuso con un passivo pari a 155 imprese. A questo si aggiunge anche il fatto che tra le imprese, quelle che incontrano ancora maggiori difficoltà a trovare i finanziamenti di cui hanno bisogno nei tempi necessari, sono proprio le pmi siciliane, specialmnete quando si tratta di forme “agevolate” (informazioni su http://www.calcoloratamutuo.org/guida/mutui-agevolati).

Tutte situazioni messe a nudo dal presidente di Confartigianato imprese Sicilia, Filippo Ribisi, che ha commentato questi dati, portando alla luce di come "I dati evidenziano come in Sicilia la ripresa stenti ancora a decollare confermando quel gap che ci separa dalle altre regioni. A questo punto urge una riflessione attenta da parte della classe politica regionale, che deve farsi subito carico di una serie di riforme che rimangono ancora al palo. L'Isola sconta ancora l'ormai annosa difficoltà di accesso al credito per le piccole e micro imprese e una forte carenza infrastrutturale e viaria che penalizzano fortemente i collegamenti regionali".

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