Alcune riflessioni sull'Unione Euopea - di Alessandra Iannì

Alcune riflessioni sull'Unione Euopea - di Alessandra Iannì

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Il post Brexit induce inevitabilmente a fare alcune considerazione sull’Unione Europea, la sua storia, la sua evoluzione, la funzione che svolge e gli obiettivi.
L’iter di formazione inizia sin dalle prime guerre, le cui lacerazioni diedero impulso al fenomeno dell’europeismo.


I nostri padri fondatori sostennero opportunamente che il male delle guerre e dei regimi totalitari, poteva essere superato nel Vecchio Continente grazie ad un progetto fondato sull’integrazione politica ed economica.

Attraverso un percorso di crescita, nascono prima le Comunità economiche europee e successivamente l’Unione Europea.

Oggi l’UE è un’organizzazione di carattere sovranazionale e intergovernativo costituita da 27 Paesi indipendenti e democratici, a cui gli Stati membri delegano una parte o tutta della propria sovranità nazionale.
Nell’ambit  della politica monetaria, l’Unione Europea ha competenza esclusiva, in altri campi
invece, in cui gli Stati membri non hanno completamente ceduto la propria sovranità, si usa il cosiddetto metodo governativo, cioè gli Stati stipulano veri e propri accordi internazionali.
Oggi ci si chiede, come mai dopo un percorso storico di crescita, i cittadini d’Europa, nutrono una certa disaffezione che spesso degenera in avversità, nei confronti di un’ istituzione che al contrario assicura una serie di vantaggi, tutele e garanzie.
Secondo il mio modesto avviso, il motivo di questo scollamento tra i cittadini e l’Unione è duplice, sostanzialmente riguarda:
1. La mancata conoscenza degli strumenti che la UE mette a disposizione degli stati membri;
2. L’inefficacia delle azioni dei vari paesi partecipanti che spesso si trovano costretti a subire le scelte .
Spesso e volentieri, i nostri rappresentanti politici usano l’Unione europea come scudo per difendersi dalle inefficienze della politica interna, causando sempre più avversità e disaffezione.
Ed invece sarebbe utile ricordare che grazie all’Unione, oggi vantiamo di una zona di libero mercato, il Mercato Unico, creato seguendo un’intuizione geniale che ha portato alla libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali.
Le merci di tutti i paesi aderenti possono circolare ed essere scambiate secondo la logica di un mercato libero che esenta dal pagamento di dazi doganali, lo stesso dicasi per i capitali e i servizi.
Gli uomini circolano liberamente da un paese all’altro, senza la necessità di avere un passaporto o un visto speciale.
Grazie all’Unione Monetaria, la BCE, utilizza strumenti che hanno lo scopo di calmierare i prezzi e mantenere sotto controllo il livello di inflazione e di finanziare il mercato mediante l’acquisto di titoli rimasti invenduti.

IANNì

I Fondi Europei vengono destinati soprattutto alle aree d’Europa più svantaggiate, come per esempio il sud Europa, a condizione che i paesi aderenti presentino all’Unione, progetti di investimento, crescita e sviluppo.
E se i finanziamenti non arrivano, la causa è da ricercare nell’incapacità progettuale o nella totale assenza di progettualità. Ed in questo l’Italia è campione!

I cittadini d’Europa vantano di un Sistema Sanitario Comune che consiste nella possibilità di
ricevere cure mediche in ogni paese della UE, durante una permanenza per vacanza, lavoro o studio, grazie al semplice strumento della tessera sanitaria.
Nonostante i benefici e le tutele, ad un certo punto arriva la Brexit e abbiamo il dovere di chiederci il perché.
La scelta di uscire sembrerebbe inspiegabile posto che proprio in Inghilterra sono arrivati gran parte dei finanziamenti europei. L’Inghilterra grazie a tali elargizioni è riuscita a riqualificare intere periferie e zone degradate.
Forse la volontà di uscire non è stata neppure valutata e credo che anche in questo caso abbia influito tanto la disinformazione. Gli anziani soprattutto, hanno votato per uscire, i giovani per rimanere.
E preoccupa sapere che proprio quei giovani che dovrebbero rappresentare il futuro, nonostante votino per rimanere dentro l’UE, perdono!
E perdono perché non entrano in competizione e non si organizzano per la difesa di obiettivi e progetti futuri.
E’ mancata una campagna di promozione e sponsorizzazione dell’Unione, è mancata la sinergia con gli altri giovani, con i giovani dell’Erasmus, con i giovani degli altri stati, Francia, Italia, Germania.
Forse questi tanti giovani speranzosi, hanno creduto di poter vincere e rimanere dentro la UE, grazie all’uso di un tastiera o di un semplice click!
Invece non è bastato, ha prevalso il ritorno al passato!
Ma l’importanza della vicenda, non è stata valutata a dovere neppure dai fautori della Brexit che non hanno avuto la capacità di organizzare un piano post Brexit, anzi a referendum avvenuto sono scappati tutti via, lasciando il cerino acceso nelle mani di altri.
L’Unione Europea, così mostrata sembrerebbe perfetta, ovviamente non lo è deve essere inevitabilmente migliorata.
Bisogna lavorare tutti insieme per costruire un sistema fiscale unitario che possa consentire sgravi di imposte e tasse; costruire un esercito militare forte che possa garantire la difesa e la sicurezza dei popoli per fronteggiare la pressione terroristica e islamica; assicurare che la funzione degli stati membri sia più determinante.
In un particolare momento storico in cui si susseguono con una certa rapidità, attentati, Brexit, colpi di Stato, distruggere l’Unione è un errore.
La necessità è invece quella di rafforzare, risolvere i problemi interni, dare contributi fattivi da parte di tutti i governi, fare in modo che questa Unione agisca realmente nell’interesse di tutti i paesi aderenti e tutto ciò perché dietro il mercato unico, dietro la moneta unica e dietro alcune regole da rispettare, c’è il più grande progetto di pace, convivenza e fratellanza mai sperimentato nella storia.
Tranne se non abbiamo già scelto di cedere alle due minacce oramai opprimenti: la Russia di Putin da un lato e l’avanzata del califfato dall’altro.

Il Presidente di Prospettiva Futura
Alessandra Iannì

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