Al di là della politica e dell'oceano...

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"Al di là della connotazione politica, l'America ha dimostrato con coraggio di volere un cambiamento e il punto di partenza verso una svolta culturale sta proprio nella figura del suo nuovo Presidente.

. Obama è riuscito con la sua determinazione a convincere gli elettori americani, ma anche il resto del mondo della bontà del suo progetto".
Sono queste le dichiarazioni del sindaco di Bagheria contenute nel comunicato intitolato “Anche il sindaco Sciortino si complimenta con il neo Presidente americano Barack Obama” e diffuso dal comune dopo l’elezione del nuovo presidente a stelle e strisce.
Quindi, ricapitolando: chi si è congratulato con Obama? Il Papa, tutti i capi di Stato, le maggiori figure istituzionali e religiose del mondo, le star di Hollywood e…il sindaco di Bagheria.
Perchè cosa c'è di male? ha risposto il sindaco a chi gli faceva notare la cosa.
Si dice che Obama, dalla sera seguente la sua elezione, non dorma bene, soprattutto perché a tutte le questioni rilevanti di cui si dovrà occupare se ne è aggiunta una di estrema importanza: capire chi sia di preciso quel tale Biagio Sciortino, sindaco di una cittadina siciliana, che nientemeno si è complimentato con lui tramite il sito istituzionale del suo comune.
Probabilmente Sciortino ha una passione per gli USA visto che, nel corso della sua storia politica, vi si è recato spesso per occasioni definite, da chi le organizza, scambi culturali o gemellaggi ma che altri, romanticamente attaccati ai valori della coesione familiare, etichettano come opportunità per riabbracciare una parte del parentado.
Quel che è certo è che, puntualmente, di tutti i viaggi all’estero ( offerti nostro malgrado dalla cittadinanza) di sindaci, assessori e consiglieri bagheresi non resta mai traccia tangibile dei tanto decantati “scambi culturali”.
Ma, tornando alle dichiarazioni di Sciortino in merito al nuovo presidente USA, è doveroso ammettere che, effettivamente, il primo cittadino di “progetti” se ne intende o almeno ci prova.
Qualcuno potrebbe però obiettare che il suo iniziale “Progetto x Bagheria” non sia andato come i bagheresi speravano e che la bontà del suo fare politica, dopo oltre due anni e mezzo di un governo cittadino che inizialmente sembrava claudicante ma che adesso pare anche sordo nei confronti delle istanze della cittadinanza, non sia facile da scorgere.
Già, la bontà del “progetto Sciortino” non è agevolmente rintracciabile, avvolta com’è da fumose cerimonie di banchetti e strette di mano immortalati in digitale. Nel prossimo bollettino comunale potrebbe esserci una nuova voce: “ore di riprese, numero di scatti fotografici che ritraggono il primo cittadino”. Se la gestione Sciortino fosse chiara e trasparente tanto quanto risulta narcisista, Bagheria sarebbe il regno della legalità.
Non si sa come mai, in base a quale lungimirante strategia comunicativa e/o politica, il sindaco in molte recenti dichiarazioni definisca puntualmente Bagheria la “città delle ville”.
Ma suona come una forzatura: è un po’ come se mettesse su una bicicletta arrugginita e con le ruote sgonfie un bel fiocco ( di che colore non è dato sapere. Chissà perché quando si cerca di individuare il colore politico del signor sindaco fa capolino nella mente il disastro che viene fuori dopo un lavaggio sbagliato!).

Forse Sciortino crede nell’alchimia delle parole e magari spera che ripetendo sempre “città delle ville” il miracolo avvenga e la gente non senta più il puzzo per le strade, non veda più le centinaia di buche nelle carreggiate, non si lamenti più per tutti i soldi sprecati per iniziative insignificanti o per le pratiche del settore urbanistico ferme nel limbo del burocratese ( sperando che non si tratti di dimenticatoio), non si sorprenderà più nel vedere la galleria d’arte moderna chiusa per tanti mesi e persino nell’alta stagione e non si sentirà presa in giro quando si recherà all’inaugura un palazzo antico e poi magari scoprirà che solo la facciata posteriore è stata restaurata.
“La città delle ville” dovrà risorgere dalle ceneri. E il rilancio dell’immagine di Bagheria è un’ operazione che, grazie ad amministrazioni come quella di Sciortino, somiglia sempre più al risveglio di una mummia.
Già perché, l’entusiasmo del sindaco e le sue pose degne di un fotoromanzo non riescono e non riusciranno mai a coprire una evidente mancanza di programmazione e di progettualità.
Più va avanti questa sindacatura e più sembra di scorgere profonde similitudini con la precedente, quella che si è conclusa con le dimissioni paracadute di Pino Fricano.
Chiaramente, si spera che questa volta finisca un po’ meglio ma in ogni caso una certa continuità fra la poltrona Fricano e quella Sciortino c’è: lo dimostra la lapide di piazza Cirincione ( Anime Sante) che lascerà ai posteri il nome dell’attuale sindaco e di Pino Fricano.
Lo dimostrano determinate scelte amministrative come quella d’ accordare fiducia a dirigenti individuati e fortemente voluti da Fricano.
Insomma, chi si augurava che con Biagio Sciortino Bagheria potesse finalmente trovarsi ad una svolta dovrà rassegnarsi o continuare ad attendere.
Se il mondo finalmente è riuscito ad ottenere un presidente americano come Obama, magari un piccolo prodigio di speranza avverrà anche a Bagheria e il signor sindaco inizierà non solo a lavorare bene nell’interesse della cittadinanza ma addirittura concluderà, con estrema serenità, l’intero mandato, come se questa più che “la città delle ville” fosse una città qualunque dove democrazia potrà essere partecipazione e rispetto reale delle legalità.


Giusy La Piana

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