Pedonalizzare...e due! Risposta a Roberto Lo Meo

Pedonalizzare...e due! Risposta a Roberto Lo Meo

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Spiace dover prendere atto che il più classico degli “accomodamenti” (la cosiddetta “chiusura al traffico ad ore”) trovi spazio ancor oggi in un campo specialistico come quello della mobilità pubblica e vivibilità urbana

nel quale i risultati di studi europei e nazionali restano-il più delle volte- o inascoltati o vengono addirittura alterati.

Perfino superfluo appare ribadire che sugli innegabili benefici economici resi proprio al settore del terziario (oltre che alla psiche dei cittadini, vantaggio non da poco per il benessere d’una comunità) dalle aree di centro urbano rese pedonali negli ultimi dieci anni, esiste una copiosa statistica nazionale.
Ma forse – poiché la città in questione è Bagheria (mica una qualsiasi…) – si potrebbe anche intuire il perché di tanta ritrosìa.

Il Dottor Roberto Lo Meo, funzionario di Sviluppo Italia Sicilia S.p.a., nell’esprimere - come per altro giusto - una propria opinione in merito al dibattito aperto sul destino del Corso Umberto, ha il torto di ritenere che se mai si dovesse pervenire (per una sorta di “Miracolo a Bagheria”) alla totale sua chiusura al traffico privato, ciò avvenga solo perché…”è bello passeggiare lungo il Corso; dimostrando in tal modo di sconoscere (o di omettere) quali siano le considerazioni, i necessari passaggi, le iniziative e le scelte che dovrebbero sottendere ad una tale coraggiosa decisione.

Considerazioni, passaggi, scelte ed iniziative che sono state esposte a chiare lettere (anche su questo sito; cfr. l’articolo “Pedonalizzare!) da un gruppo di cittadini durante la consegna all’Amministrazione di una prima “tranche” di 500 firme raccolte a favore della totale pedonalizzazione del Corso.
Il Dottor Lo Meo, semmai, avrebbe potuto ritenere queste nostre considerazioni assolutamente non efficaci, irrealizzabili, persino deleterie (e ce ne avrebbe sicuramente anche spiegato i motivi) persuadendoci pure, alla fine.

Ma non eluderle. Disconoscerle. Esprimere il proprio parere come se non fossero mai state esplicitate alla città. Credo che ponendo in tal modo la questione Lo Meo svilisca, per eccessiva semplificazione, il valore di una scelta forte e coraggiosa che - al contrario - comincerebbe concretamente ed in maniera seria a traghettare questa Città verso le sponde di una nuova e corretta vivibilità urbana e – così come egli stesso auspica – verso una reale valorizzazione di un “capitale” ancora inesplorato quale il turismo culturale e – perché no - un inedito centro commerciale en plain air (per l’intera provincia di Palermo) dove poter fare uno “shopping culturale” dalle indubbie ricadute economiche per la nostra comunità.

Sul paventato ricorso a soluzioni di accomodo e temporanee – di fatto – noi avevamo peraltro già scritto: volete vedere che dapprima si darà spazio a tentativi di soluzioni cosiddette “laboratorio” (del tipo: apertura a “fasce orarie”, “a giorni alterni”…solo venerdì, sabato e domenica, etc…) che - non volendo scontentare nessuno - finiranno con lo scontentare tutti, con l’aggiuntivo risultato di produrre l’effetto di “imbastardire” ulteriormente i piccoli e grandi vizi (uso dell’auto privata anche per fare cinquanta metri lineari!!) saldamente radicati in noi tutti?

Lo sviluppo del benessere economico, ambientale e sociale in Italia come anche in Sicilia (ed a maggior ragione in una città come Bagheria) – è la storia che lo insegna – non può non passare attraverso scelte nette, forti e coraggiose, non certo populistiche, parziali od accomodanti; scelte - non dimentichiamo - che abbiano il fine sovrano e lungimirante di migliorare, se non di salvaguardare, gli interessi futuri di un’intera comunità e non quelli del momento.
E di pochi.

Ma questo – ne siamo sicuri – in cuor suo il Dottor Lo Meo funzionario di Sviluppo Italia Sicilia, certamente lo sa.

Piero La Tona

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