Memoria e rinascita in ricordo delle vittime della mafia - di Emanuele Tornatore

Memoria e rinascita in ricordo delle vittime della mafia - di Emanuele Tornatore

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Oggi giornata di Primavera, di rinascita, a pochi giorni dalla festa del patrono della nostra città, si celebra la Giornata della memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie.

La rinascita e l'identità, un connubio importante, due pilastri fondamentali del nostro essere comunità. Ma entrambe possono esistere e coesistere grazie alla memoria. L'identità si fonda sulla memoria, sulla riconoscibilità di ciò che è stato. Storie dentro la Storia, storie che diventano Storia.

Ma spesso, lo dobbiamo ammettere, la nostra memoria è davvero corta, perché essa, in effetti, ci interroga, ci giudica, ci scuote la coscienza.

Chi ricorda, chi fa memoria non vive poi così serenamente, perché si sente chiamato in causa, perché si innesca quell'idea di corresponsabilità che poi non è così frequente, ancora peggio quando questa memoria non è legata alle tradizioni, agli affetti di famiglia, ai culti religiosi, ma a persone, a storie, a vite, annientate, distrutte da un potere forte e violento che ha trovato terreno fertile nei nostri silenzi, nella collusione del mondo politico, della finanza, e spesso, ahimè, anche in quello religioso.

Le mafie e i mafiosi hanno negato al nostro territorio la sua identità, hanno svuotato spesso le coscienze di quella speranza nella rinascita. Eppure, i mafiosi erano e sono pochi dinnanzi alla città, ma nonostante tutto abbiamo vissuto, noi molti, tanti, in balia, di quei pochi che però hanno avuto il potere di vita e di morte sui molti.

La memoria è fondamentale, necessaria per la rinascita, la memoria di quelle vite uccise, di quelle famiglie distrutte dal dolore, dalla paura, dall'abbandono di uno Stato che invece di tutelare le vittime ha forse contrattato con i carnefici. Tanti i nomi caduti nel dimenticatoi, giudici, giornalisti, figure istituzionali, sindacalisti, imprenditori, medici, preti, gente comune uccisa per caso, bambini, donne -perché sia chiaro a tutti i mafiosi hanno ucciso chiunque senza distinzione di età, di sesso o di religione - tanti vittima del racket e dell'usura, tanti i giovani uccisi dalla droga, tante le donne rese schiave da un commercio di corpi molto redditizio. Tutto ciò accadeva e accade davanti i nostri occhi, non possiamo dire, come avvenne per lo sterminio degli ebrei, non sapevamo, perchè è quasi impossibile non sapere, è solo una giustificazione che ci mette un po' in pace con la nostra coscienza.

La memoria, è chiaro, non è solo un mero e sterile ricordo di nomi, di volti, né celebrarsi nelle manifestazioni di piazza, nei cortei, ma deve essere incarnata nelle vita di ciascuno, deve fare parte della nostra identità di cittadini, di credenti e non, deve realizzarsi nell'azione quotidiana del presente e nella prospettiva del futuro. E' la memoria che lega il presente con il futuro, è la memoria che unisce le generazioni, che ci fa diventare comunità e non branco.

La memoria ci invita però a credere nella rinascita, a vivere e operare nella rinascita, o come dicono i cristiani, nella Resurrezione. Oggi giornata di Primavera, tempo di rinascita, tempo di Resurrezione, tempo di identità e di memoria. Dobbiamo avere la certezza della rinascita, dobbiamo costruire la rinascita e sperare che dopo ogni condizione di morte c'è sempre la possibilità di ri-vivere. Uniti nella memoria e consapevoli che non possiamo delegare ad altri, auguriamoci di essere protagonisti del nostro presente.

Emanuele Tornatore 

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