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In ricordo di Raul Aiello e altri artisti bagheresi - di Carlo Puleo

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A metà degli anni Sessanta quattro giovani pittori bagheresi: Filippo Maggiore, Giovanni Bartolone, Girolamo Aiello e Carlo Puleo iniziarono ad esporre le loro tele in una serie di mostre collettive. 

Punto di riferimento era il Circolo di Cultura di Bagheria, che in quel periodo era alquanto attivo. Vi si promuovevano manifestazioni di vario genere, compresi incontri con autori, fra cui Leonardo Sciascia. Accanto ai locali del Circolo era la sede della Biblioteca Comunale, diretta dal poeta Castrense Civello. Ed era proprio in Biblioteca che i pittori si incontravano per discutere di questioni estetiche. 

A volte le conversazioni si facevano accese e allora il poeta interveniva per placarle. In alcune di quelle occasioni, egli trovava anche modo di parlare di grandi pittori da lui personalmente conosciuti: i futuristi siciliani tra cui Pippo Rizzo e altri artisti, alcuni di epoca precedente quali Tomaselli e Quattrociocchi, altri a lui contemporanei fra i quali, in particolare, Renato Guttuso, suo amico d’infanzia.

Durante l’estate veniva a trascorrere le vacanze a Bagheria il pittore Nino Garaio, che aveva cattedra a Roma. Questi si mostrava interessato a seguire i lavori che i giovani artisti del luogo a mano a mano producevano.  Più di una volta accettò anche di esporre le sue opere assieme alle loro. A queste mostre, che si tenevano nella villetta Ugdulena o negli stessi locali del Circolo di Cultura, era invitato alcune volte lo scultore Silvestre Cuffaro, che fungeva un po’ da giudice. 

Notevole era l’afflusso di pubblico, che si entusiasmava nel riconoscere luoghi e persone raffigurati nelle tele. Allora il realismo guttusiano era particolarmente in voga: il maestro Guttuso era un preciso punto di riferimento e con questi pittori egli teneva un buon rapporto di amicizia. A tutto ciò si aggiungevano sia la ventata sociale della poesia di Ignazio Buttitta che le sollecitazioni di Giacomo Giardina, il quale spingeva verso istanze di rinnovamento formale. 

altA questi si aggiungeva Giuseppe Speciale, giornalista e storico locale, oltre che deputato, che durante l’estate non mancava di invitare il gruppetto di pittori in una sua villa a Capo Zafferano. In queste occasioni Giardina era sempre presente: le sue recite si accompagnavano alle argomentazioni, di grande interesse, del padrone di casa. Le sue storie sul territorio e sul paesaggio bagherese erano un arricchimento e contribuivano ad elevare la sensibilità dei giovani pittori. 

Fu quello un periodo veramente magico e ricco di entusiasmi. Questi furono gli anni Sessanta e Settanta. Già nel decennio successivo quest’atmosfera cominciò a sbiadire, la situazione appariva mutata non solo sul piano artistico ma anche su quello economico-sociale. Si andava registrando, intanto, la dolorosa perdita di alcuni di questi artisti, a cominciare dal 1975, anno in cui venne a mancare Silvestre Cuffaro, seguita nel 1978 da quella di Nino Garaio e nel 1985 di Giovanni Bartolone, uno del gruppetto dei quattro.

Nel 1987 morì Renato Guttuso. Nel nuovo secolo sono scomparsi Giuseppe Pellitteri nel 2002, nove anni dopo Filippo Maggiore e nel marzo del corrente anno Girolamo Aiello, in arte Raul. 

Le opere di questi artisti sono il risultato di un discorso che viene da lontano e costituiscono la testimonianza viva della nostra cultura e della nostra storia.

Il mio vivo ricordo va a questi colleghi e in particolare a Mommo Aiello, a cui mi legava una fraterna amicizia durata oltre sessanta anni.

                                                                                                                                                                                Carlo Puleo

nella foto di copertina  Da sinistra: Raul Aiello,Carlo Puleo e Giuseppe Pellitteri. 1980

nella foto al centro Raul Aiello in uno scatto di Nino Bellia 
 

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