Cronaca

Ha un nome il pescatore di Porticello arrestato nell'ambito delle indagini della procura di Firenze sulle stragi mafiose del 1993 a Firenze, Roma e Milano. 

Gli agenti della Dia di Firenze hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cinquantasettenne di Santa Flavia, Cosimo D'Amato, ritenuto responsabile di aver fornito ingenti quantitativi di tritolo. 

Per le stragi mafiose del 1993 a Firenze, Milano e Roma venne usato del tritolo recuperato in mare da residuati bellici.

E' quanto emerso dalle indagini della procura di Firenze che ieri hanno portato all'arresto del cinquantasettenne di Santa Flavia (Palermo), accusato di aver recuperato l'esplosivo: l'uomo parente del mafioso Cosimo Lo Nigro, già condannato per le stragi, non era mai entrato nell'inchiesta.

Ad emettere l'ordinanza per l'arresto è stato il gip di Firenze Anna Favi.

Secondo quanto emerso, il tritolo recuperato dal D'Amato sarebbe stato poi utilizzato dal comando mafioso per numerose azioni, dalla strage di via Fauro a Roma del 14 maggio 1993 al fallito attentato all'Olimpico del 23 gennaio 1994.

 

 

 

Pensa che si sia trattato di una vera e propria spedizione punitiva E.B., 39 anni, sovrintendente della Polizia di Stato che presta regolarmente servizio presso il commissariato di Bagheria. 

Una aggressione violenta e preordinata, e non come si era pensato in un primo momento, un tentativo di rapina degenerato.

Il fatto è accaduto proprio davanti un bar di piazza Giulio Cesare, dove E.B., che abita nella zona della stazione centrale di Palermo, e che fino al 2011 prestava servizio a Palermo sulle volanti della Polizia, poco dopo la mezzanotte aveva comprato una bottiglia d'acqua prima di ritirarsi.

Mentre stava per uscire dal bar è stato avvicinato da un italo tunisino poi arrestato nell' immediata vicinanza del fatto,  Mahamud Landoulsi, 27 anni, pregiudicato noto al poliziotto perchè amico di un altro connazionale nei confronti del quale il sovrnitendente aveva portato avanti una indagine conclusasi con una richiesta di arresto per una rapina ad una turista portioghese.

La richiesta di arresto era stata respinta ma Landoulsi, amico  del presunto rapinatore, in più occasioni aveva manifestato pubblicamente l'intenzione di vendicare l'amico.

Per questo quando il tunisino gli ha chiesto di venir fuori per ragionare, non ha capito che stava cadendo in una trappola: da dietro un muro sono sbucati all'improvviso tre compari del tunisino, uno dei quali Zine Abidine Belgassemi, verrà anche lui arrestato assieme a Landoulsi, da una volante che si trovava in zona;  ed a quel è iniziato il vero e proprio pestaggio.

Un calcio al petto che che ha fatto perdere quasi subito conoscenza al poliziotto e poi ancora pugni e calci, sin quando non si sono resi conto che E.B. era svenuto a terra, allorchè sono scappati.

Il poliziotto, che era in borghese, soccorso da alcuni passanti è stato subito ricoverato all'Ospedale Civico, dove gli sono state riscontrate  la frattura di uno zigomo, di un dito oltre ad un grave trauma all'occhio sinistro.

"Questa banda di tunisisni che detta legge nella zona della Stazione centrale di Palermo mi ha voluto far pagare- sostiene il poliziotto - il fatto che pretendevo di fare roisettare la legge.

La Polizia sta lavorando per individuare e arrestare gli altri  due complici degli arrestati, nelle cui tasche sono stai peraltro ritrovati oggetti personali rapinati al poliziotto subito dopo il pestaggio.

Si intensifica la lotta dei lavoratori precari degli Enti Locali della Regione Siciliana per ottenere la stabilizzazione a tempo indeterminato. 

Laddove non riusciranno a convincere le Amministrazioni Comunali a rispettare il termine previsto dalla normativa regionale vigente (L. R. 29.12.2010 n. 24), cioè il prossimo 31 Dicembre 2012, per chiudere positivamente la loro vertenza, molti di loro cominciano ad orientarsi per intentare una causa contro i Comuni inadempienti. 

Infatti, un gran numero di lavoratori contrattisti e precari dei Comuni di Bagheria, Alimena, Altavilla Milicia, Bolognetta, Ciminna, Cinisi, Ficarazzi, Villabate, Carini, Capaci, Cefalù, Giardinello, Montemaggiore Belsito, Monreale, Santa Flavia Trappeto, Balestrate, Caccamo, Alcamo, Montelepre, Trabia, Termini Imerese, Partanna, Campobello di Mazara, Licata, Caltanissetta, Barrafranca, IACP di Palermo, Azienda Universitaria Policlinico di Palermo, ASP di Caltanissetta ed altri, hanno incontrato gli avvocati Sergio Galleano e Federico D’Elia dello Studio Legale Galleano, presente a Roma e Milano, con esperienza pluriennale a difesa dei precari del pubblico impiego, per cominciare a valutare tale possibilità.

L’incontro, organizzato dai lavoratori precari del Comune di Bagheria, al quale hanno partecipato il Dott. Gaetano Aiello e il Dott. Marcello Lo Cascio, nella qualità di esperti in materia di personale degli Enti Locali e dei rapporti di lavoro flessibili nel pubblico impiego, si è tenuto presso l’Hotel Franco il Conte.

Tante le domande poste dai lavoratori agli avvocati ed agli esperti presenti, per valutare tutti gli aspetti dell’eventuale azione legale; domande alle quali i relatori hanno risposto in maniera chiara, affermando che alla luce della normativa vigente e di parte della giurisprudenza di merito, esistono tutti i presupposti per far valere il diritto all’assunzione di una platea di lavoratori che da più di un ventennio contribuiscono a far funzionare le macchine amministrative comunali.

E anche grazie a loro che spesso si riescono a far funzionare uffici strategici e a garantire servizi importanti per le comunità locali. Il principio che intendono far valere gli avvocati e gli esperti del settore, è proprio legato all’utilizzo, per lungo tempo, di questo personale senza che ci si sia, finora, preoccupati di rendere stabile il loro rapporto di lavoro precario.

Molto determinati sono sembrati, anche per il contenuto delle domande poste, i lavoratori presenti all’incontro nel considerare di intraprendere la via giudiziaria con l’obiettivo di avere riconosciuto il diritto alla stabilità dei propri rapporti di lavoro precari con gli Enti Pubblici presso i quali prestano da più di 20 anni la propria attività lavorativa.

Tale iniziativa darà sicuramente l’opportunità ai lavoratori precari degli Enti Pubblici della Regione di fare valere i loro diritti per una definitiva stabilizzazione.
 

I Carabinieri della stazione di Villabate hanno proceduto all’arresto di due pregiudicati, marito e moglie, per le lesioni provocate al dipendente di un distributore di benzina nel marzo di quest’anno, quando lo hanno investito fuggendo senza pagare il corrispettivo del carburante con cui avevano rifornito la propria auto.

Il 16 marzo c.a., un Renault Clio ha effettuato un rifornimento di benzina presso un distributore di Villabate. 

Al termine del rifornimento, però, i due individui a bordo dell’auto, anziché procedere al pagamento del carburante hanno deciso di darsi alla fuga, nonostante il tentativo da parte dell’addetto ai rifornimenti, di bloccarli, investendolo e causandogli delle lesioni alla gamba.

L’immediata segnalazione da parte dell’impiegato ha consentito ai Carabinieri di risalire all’autovettura in uso ad una coppia di coniugi, entrambi pregiudicati per reati contro il patrimonio, originari di Enna ma residenti a Termini Imerese.

Valutati gli elementi, il P.M. ha richiesto la custodia cautelare dei due soggetti, ordinata poi dal G.I.P.

 Pertanto i Carabinieri hanno tratto in arresto :

- MILANO Marco Paolo Ugo, nato ad Enna, classe 1972, domiciliato in Termini Imerese;

- SALAMONE Katia, nata ad Enna, classe 1977, moglie convivente del predetto;

associandoli, rispettivamente, presso la casa circondariale “Cavallacci” di Termini Imerese e la casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo.

Palermo, 10 novembre 2012
 


 

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