Cronaca

Ormai sembra essere diventata una abitudine contagiosa: le discussioni animate in chiesa o in comune per chi si sposa civilmente o nelle sale del banchetto nuziale, che portano le cose a finire come si diceva già un tempo a zitaggiu i vastasi, tendono a contagiare anche gli extracomunitari.

Ne fa fede quando accaduto la notte scorsa  di cui danno notizia i Carabinieri: intorno all’01.30, in via Giovanni Meli a Palermo presso il ristorante “Tina Pica” quando, durante un ricevimento nuziale, la cena si è trasformata in un campo di battaglia.

Ad affrontarsi due nutrite fazioni di cittadini nigeriani, che se le sono date di santa ragione per un contrasto nato tra due degli invitati, entrambi “particolarmente interessati” ad una giovane e avvenente loro connazionale.

Solo con l’arrivo di una decina di gazzelle dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile e della Compagnia di Palermo Piazza Verdi, si è riusciti a sedare gli animi ed a porre fine alla baraonda che aveva coinvolto alcuni dei 200 invitati.

Quindi, sono stati tratti in arresto, con l’accusa di rissa aggravata e lesioni, tre nigeriani residenti a Palermo: ISIGUZO TOCHI Kingsley Chima classe 1974, OKOLIE Cristian Choarlibe classe 1983 ed OMOLADE Oluwashegun Akeem classe 1983; per ciascuno dei tre è stato necessario ricorrere alle cure degli ospedali Civico e Policlinico per ferite da arma da taglio con prognosi tra i 7 e gli 8 giorni.

Nella giornata di ieri i tre connazionali, sottoposti a rito della direttissima, dopo la convalida degli arresti il G.I.P. li sottoponeva alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

Sono in fase di valutazione i danni arrecati all’esercizio commerciale e ad una macchina parcheggiata in prossimità del locale.

Fonte  Ufficio provinciale Stampa dei carabinieri

Una vasta operazione antimafia della polizia in corso a Palermo ha consentito di smantellare il mandamento della "Noce". 

Gli agenti della squadra mobile stanno eseguendo 41 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip su richiesta della Dda, con le accuse di associazione mafiosa, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, interposizione fittizia, possesso ed uso illegale di armi da fuoco ed altri reati.  

Agli arrestati vengono vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, estorsione, traffico di stupefacenti, interposizione fittizia, possesso e uso di armi da fuoco. L'indagine è stata coordinata dal Procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai pm Lia Sava, Gianluca De Leo e Francesco Del Bene.

Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno consentito agli investigatori di ricostruire i vertici e l'intero organigramma delle tre 'famiglie' mafiose del mandamento della Noce, quella omonima e quelle di Altarello e di Cruillas-Malaspina.

Sono stati anche identificati gli esattori del 'pizzo' che i clan imponevano a numerosi imprenditori e commercianti dei quartieri controllati.

Alcune delle vittime, questa volta, hanno denunciato le estorsioni collaborando con gli investigatori.

Cosa nostra aveva inoltre messo le mani su una fiction televisiva andata in onda nei mesi scorsi, 'Il segreto dell'acqua' con Riccardo Scamarcio tra i protagonisti.

In particolare, i boss mafiosi del mandamento della Noce sarebbero riusciti a imporre alcune assunzioni sul set della produzione di 'Magnolia fiction' a Palermo per girare alcune scene, ma i responsabili della produzione hanno denunciato l'estorsione alla Squadra mobile.

Un'estorsione che si inseriva in un'indagine già avviata mesi prima dalla Dda di Palermo che aveva intercettato diversi esponenti di spicco.
 

da adnkronos

La Polizia ha già individuato tre persone che hanno in qualche modo agevolato la fuga di Samuele Caruso, dopo che il ragazzo aveva infierito a coltellate sulle due sorelle Petrucci, uccidendo Carmela e ferendo gravemente Lucia, che era stata un tempo la sua ragazza, considerandosi tradito, così ha detto alla polizia, perchè la ragazza aveva riallacciato i rapporti con un precedente amico.

In base alla ricostruzione dei fatti, riportata dalla Repubblica di oggi, il giovane omicida feritosi da solo mentre vibrava i colpi di coltello rivelatisi mortali per Carmela, subito dopo il fatto, allontanatosi a piedi dal luogo del delitto, ha telefonato ad un amico di Bagheria che è andato a prenderlo in macchina portandolo nella propria casa dove la madre ha provveduto a medicare alla meno peggio la ferita e a dargli una maglietta pulita.

A Bagheria sarebbe arrivato nel frattempo anche un cugino di Samuele; sarebbe stato questo cugino ad accompagnarlo alla stazione ferroviaria dove poi la polizia lo ha trovato e arrestato.

I tre si difendono dicendo che non sapevano nulla dell'assassinio perpetrato da Samuele che a loro aveva detto di essere stato convolto in una rissa, ma intanto in attesa di approfondimenti i tre "soccorritori" sono stati denunciati per favoreggiamento.

Intanto il GIP Maria Pino ha convalidato il fermo del giovane che nell'udienza preliminare si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le accuse nei confronti del giovane sono omicidio volontario e tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili e abietti motivi.

Il giovane omicida in carcere è stato messo in cella di isolamento.

Lunedì sera intanto si è svolta a Palermo una fiaccolata cui hanno oltre duemila ragazzi con in testa lo striscione "100 a scuola, 100 nella vita...", che si è snodata dalla sede del Liceo classico Umberto I, in via Parlatore, sino a via Uditore dove la ragazza abitava.

Al passaggio del corteo tanta gente ai balconi e tanti appalusi per ricordare Carmela.

 

PALERMO - Sono definite ''stabili'' dai medici dell'Ospedale Cervello di Palermo le condizioni di Lucia Petrucci (foto in alto), 18 anni, ferita gravemente ieri dall'ex fidanzato che ha ucciso la sorella, Carmela Petrucci (foto in basso), di 17 anni, intervenuta per difenderla. Lucia ha subito una serie di interventi chirurgici per chiudere le ferite, in particolare nella parte lombare destra, provocate dai fendenti che fortunatamente non hanno leso organi vitali. Si erano temute anche conseguenze motorie, ma alla fine sono state escluse. Da stamane Lucia, che non è mai stata ritenuta in pericolo di vita, non è più intubata, sebbene resti ricoverata in via precauzionale nel reparto di Rianimazione e la prognosi resti riservata. Oggi è prevista l'autopsia della giovane uccisa.

Al quarto piano dell'ospedale ci sono i parenti e gli amici delle ragazze, entrambe studentesse del liceo classico Umberto I, uno dei più prestigiosi di Palermo. I nonni disperati hanno chiesto "una pena esemplare". "Ci vuole l'ergastolo - hanno urlato al magistrato - Carmela aveva 17 anni e noi non la vedremo più. Vigliacco, vigliacco". Il preside della scuola, riunita stamattina in assemblea, ha letto una lettera indirizzata alla famiglia, ai docenti e agli studenti: ''La violenza si è presentata veloce e distruttiva nelle nostre vite, si è scagliata con il suo peggiore volto sulla nostra comunità scolastica e con maggiore severità sulla famiglia di Carmela e di Lucia, una famiglia come le nostre, una famiglia che abbiamo deciso essere la nostra. Perché avvertiamo forte il dolore della mamma e del papà di Carmela, del fratello che è stato allievo del nostro istituto, indoviniamo lo smarrimento che si impadronirà di Lucia una volta dissoltisi gli effetti degli anestetici, quando il suo corpo si avvierà a guarigione, come sembra probabile e come noi auspichiamo'', ha scritto il preside Vito Lo Scrudato.

alt"Ciao, Carmela. Ti ricorderemo sempre così. I tuoi compagni e docenti dell'Umberto" è la scritta che campeggia sul sito del liceo . Accanto alla scritta c'è una foto di Carmela sorridente, che passeggia in riva al mare. Oggi è giornata di lutto al Liceo Umberto. Le due sorelle frequentavano la terza L, la stessa classe, perché Carmela, di un anno più piccola di Lucia, aveva iniziato a frequentare la scuola a cinque anni.

Oggi gli studenti saranno in piazza per manifestare contro l'assassinio e la violenza sulle donne: "Di fronte alla tragica morte oggi a Palermo di una ragazza di 17 anni e il ferimento della sorella per mano di un giovane di 22 anni, ex fidanzato di una delle ragazze, siamo sconvolte e addolorate. Siamo di fronte all'ennesimo episodio non più tollerabile di violenza maschile contro la donna. Nonostante le nostre ripetute sollecitazioni le istituzioni continuano ad ignorare il grave fenomeno del 'femminicidiò purtroppo in espansione. Pretendiamo che si mettano subito in atto tutte le azioni (legate all'educazione, alla prevenzione e alla tutela) e gli interventi utili a evitare il perpetuarsi di tali comportamenti lesivi della libertà e della vita delle donne" scrive in una nota il Coordinamento antiviolenza 21 luglio. Alle 17 ci sarà un presidio in piazza Castelnuovo, davanti al teatro Politeama.

Tratto da Repubblica.it

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