Cronaca

Nelle ultime settimane, a Bagheria e nei Comuni vicini (Baucina, Altavilla Milicia e Santa Flavia) si è registrato un preoccupante incremento di reati contro il patrimonio e la persona, in particolare contro le persone anziane, sovente raggiunte ed aggredite all’interno delle proprie abitazioni anche in ore diurne. In alcuni episodi (esempio quello di Baucina) i due giovani autori sono stati tratti in arresto dall’Arma CC.

Per parte sua questo Commissariato ha provveduto a potenziare i servizi di controllo del territorio, associato ad un’attività info-investigativa mirata a reprimere simili condotte ed individuare i responsabili di tali odiosi reati.

Intorno alle ore 01.30 di questa notte personale della Volante “Bagheria” - ricevuta la segnalazione telefonica di una vettura sospetta di colore chiaro, che si aggirava a bassa velocità lungo Via Città di Palermo - localizzava una Fiat Panda bianca, con le portiere socchiuse, in sosta lungo una traversa della suddetta via.

Mentre gli agenti si accingevano ad un controllo più efficace sul veicolo sospetto, si udivano distintamente delle urla di aiuto provenienti da una palazzina prospiciente, il cui portoncino d’ingresso si presentava effettivamente forzato.

I due operatori, armi in pugno, facevano pertanto irruzione nel caseggiato a tre piani, sorprendendo due soggetti, indossanti un passamontagna ed intenti a scendere precipitosamente le scale, con un arnese atto allo scasso tra le mani.

I malviventi venivano prontamente immobilizzati e tratti in arresto: trattasi di FONTANA Giuseppe cl. 1975, commerciante, pregiudicato e RESTIVO Filippo cl. 1970, ristoratore, indosso ai quali veniva rinvenuta la refurtiva (circa €1700 in contanti), appena trafugati a S.M., di anni 75.

Prestati i primi soccorsi alla vittima - in evidente stato di choc come anche la propria anziana moglie, disabile e costretta su una sedia a rotelle – si aveva modo di accertare che i malviventi, dopo avere forzato il portoncino d’ingresso, avevano raggiunto l’appartamento della vittima, di cui probabilmente conoscevano abitudini e disponibilità economica.

Dopo essere stata malmenata, legata con una corda e con la bocca incerottata, la vittima si vedeva costretta, a seguito delle percosse subite, a consegnare la somma di denaro in contanti.

I due arrestati sono stati tradotti nella stessa mattinata odierna dinanzi a Giudice del Tribunale di Palermo per essere giudicati con il rito direttissimo, mentre la coppia di anziani veniva soccorsa dai sanitari del 118 per le lesioni riportate e per lo choc subito.

Non si esclude che i due arrestati possano essere coinvolti in analoghe azioni criminose, portate a compimento – come si diceva in premessa - nelle ultime settimane a Bagheria e nei Comuni del circondario.

Per questo motivo la Polizia, nel fornire le foto segnaletiche dei due arrestati, invita chiunque sia a conoscenza o abbia subito azioni criminose dello stesso genere, magari anche solo tentate, a fornire la propria collaborazione con le forze dell’ordine.

Bagheria, 27 settembre 2012

Appunto Stampa Commissariato di Bagheria
 

Nuovi sviluppi dell’operazione “Dark Truck” della Guardia di Finanza di Palermo che nel marzo scorso, su disposizione della locale Procura della Repubblica, aveva portato al sequestro di beni fino a un valore complessivo di 62 milioni di euro e di cinque cooperative di trasporto merci su strada.

Le cooperative erano di fatto i terminali di una organizzazione criminale che, oltre ad avere emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 120 milioni di euro al fine di consentire ad altre imprese di gonfiare falsamente i costi d’esercizio, forniva uno schermo giuridico a numerosi autotrasportatori, spesso privi dei requisiti di onorabilità e professionalità necessari per l’iscrizione all’albo nazionale dell’autotrasporto, i quali, una volta associatisi e conferito cartolarmente il mezzo alla cooperativa, continuavano ad operare in piena autonomia, ma in forma del tutto occulta, essendo inquadrati come lavoratori dipendenti (principalmente quali facchini e autisti).

In tal modo le cooperative concentravano su di sé tutti gli obblighi fiscali inerenti il rapporto di lavoro, che poi rimanevano sistematicamente inadempiuti trattandosi solo di “cartiere”, con l’effetto di permettere ad altre aziende anche di consistenti dimensioni e con volumi di affari per diversi milioni di euro all’anno, di acquisire forza lavoro ad un costo notevolmente inferiore a quello degli operatori rispettosi delle regole, in quanto non risultavano avere assunto direttamente alcun lavoratore.
Il sistema illecito si perfezionava poi con la presentazione di dichiarazioni fiscali infedeli e con l’illecita compensazione degli ingenti debiti erariali accumulati con crediti IVA e altri crediti d’imposta, tra cui quello riconosciuto per l’incremento occupazionale, in realtà completamente inesistenti.

L’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo e del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza del capoluogo siciliano, si è ora estesa agli imprenditori che hanno fraudolentemente abbattuto il carico tributario grazie alla contabilizzazione delle false fatture emesse dalle cooperative fantasma, puntando ai diversi committenti che, ricorrendo ai “servizi” illeciti da queste offerti, hanno a loro volto abbattuto i debiti fiscali con conseguenti, consistenti evasioni fiscali, deducendo spese inesistenti e detraendo illecitamente l’Iva connessa, ovvero eludendo gli obblighi previdenziali ed assicurativi dovuti per il proprio personale dipendente, solo fittiziamente in carico alle cooperative compiacenti.

Questa seconda fase dell’indagine ha dunque coinvolto alcune imprese, che, sottoposte ad accurate verifiche fiscali, sono risultate nel complesso aver illecitamente dedotto costi fittizi per circa 15 milioni di Euro e detratto illecitamente Iva per 3 milioni di Euro.

Gli imprenditori sono stati dunque segnalati tutti alla Procura della Repubblica di Palermo che ha provveduto – d’urgenza – a disporre il sequestro preventivo in misura equivalente alle imposte evase dei beni nella disponibilità delle prime quattro società segnalate, per un ammontare complessivo di circa 2,6 milioni di euro; il provvedimento cautelare è stato quindi convalidato dal G.I.P. del Tribunale di Palermo.

Nel dettaglio, la misura preventiva eseguita dai finanzieri ha portato al sequestro di 9 immobili, di cui un capannone ad uso commerciale, disponibilità finanziarie per circa 270.000 Euro, oltre a quote di partecipazione in società di capitali.

Altro filone investigativo in corso di approfondimento nell’ambito della medesima operazione, riguarda la verifica della correttezza delle procedure di certificazione della regolarità contributiva delle imprese coinvolte, tenuto conto che le cooperative poi sequestrate disponevano di Documenti Unici di Regolarità Contributiva (DURC), nonostante avessero operato nel più completo dispregio delle norme fiscali, compensando ogni sorta di debito erariale con crediti d’imposta inesistenti.

Nella prima fase dell’indagine era altresì emerso che tra i maggiori clienti delle cooperative erano comprese diverse aziende successivamente sequestrate perché nella disponibilità di appartenenti a “Cosa Nostra” o comunque partecipate o amministrate di fatto da soggetti indiziati di appartenenza mafiosa, oltre che fatture false registrate dalle cooperative quali fittizi costi d’esercizio emesse, per diversi milioni di euro, da distributori di carburante poi sequestrati perché nella diretta disponibilità dei noti “boss” mafiosi Graviano. 

Nella mattinata odierna, personale del Commissariato di Bagheria ha tratto in arresto il pregiudicato bagherese CHINNICI Antonio (cl.’54), sul conto del quale pendeva un ordine di carcerazione della Procura Generale presso la Corte di Appello di Palermo per anni 3 e mesi 5 di reclusione.

Tale pena detentiva fa riferimento alla consumazione di ben sei episodi di truffa, appropriazione indebita e falso documentale in danno di altrettanti commercianti e professionisti di Bagheria, consumatisi negli ultimi quattro anni.

Già dal 2010 l'Ufficio di Polizia di Bagheria aveva redatto a suo carico informative di reato, ritenendo provata la sua penale responsabilità negli episodi delittuosi contestati.

L’uomo, che non ha esitato a commettere reati della stessa specie anche in Lombardia e Veneto, è stato localizzato stamane in un magazzino deposito sito in Contrada Incorvina ed intestato ad altro soggetto, poiché da diversi mesi il CHINNICI si era reso irreperibile presso il proprio domicilio di Via Alcide De Gasperi.

Al termine degli adempimenti di rito, l’uomo è stato tradotto presso la Casa Circondariale Ucciardone.

 

Appunto Stampa Commissariato di P.S. di Bagheria

 

Ormai il fenomeno comincia seriamente a preoccupare gli organi di polizia del nostro territorio: non passa giorno che non vengano segnalati a bagheria e nei comuni vicini episodi di furti e di rapine, che stanno allarmando serriamente l'opinione pubblica, anche  perchè mettono a serio repentaglio la sicurezza e l'incolumità dei cittadini.

A Bagheria nel giro di poche ore tre episodi allarmanti

Il primo intorno alle 22 di sabato scorso in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, nel popolare rione Certosa: una donna, D.P. di 55 anni, si trovava in auto proprio davanti la propria abitazione con il finestrino del lato guida aperto, quando un giovane dell'apparente età di 30 anni, alto, magro, dall'aspetto ben curato, si avvicina alla donna e con gesto improvviso le strappa la collanina d'oro che  aveva al collo.

La signora urla, si dimena, reagisce, chiede aiuto, ma nella confusione il malvivente riesce a scappare con la collanina; pr obabilmente lo attendeva poco distante un complice in motorino perchè si è subito dileguato.

Il secondo episodio, una tentata rapina, per fortuna non andata a segno, in via Gigante nel quartiere Quattrociocchi: tre giovinastri riescono a forzare la persiana di una casa a piano terra dove abita una anziana signora, che non deambula.

Non appena entrati in casa, la soprresa che i tre giovinastri non si aspettavano: in casa assieme alla anziana c'è un uomo la cui sola presenza convince i malintenzionati a desistere dalla vigliacca impresa dandosi alla fuga.

Ieri domenica un furto di auto in pieno giorno davanti al supermercato Sympli di via Libertà: un uomo aveva lasciato posteggiata una Alfa 147, ma all'uscita la sgradita sorpresa: l'auto non c'era più.

Qualcuno dei presenti lo informa che due giovani si erano imposessati dell'auto che avevano poi abbandonato qualche centianio di metri più in là, in via Borsellino, dopo essere andati a sbattere contro un muro di recinzione condominiale.

Su tutti gli episodi indaga la Polizia che non smette di suggerire ai cittadini le più elementari misure di accortezza e di prudenza.

 

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