Cronaca

Nel quadro dell’intensificazione dei servizi di contrasto al contrabbando sul territorio e presso la locale area portuale, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo hanno nei giorni scorsi sequestrato circa 80 Kg di sigarette di contrabbando.

In una prima operazione, i finanzieri del Gruppo Palermo, in servizio all’interno del porto, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane, impegnati a reprimere varie tipologie di traffici illeciti, durante i controlli sottobordo alle motonavi provenienti da Tunisi, hanno fermato, in procinto di sbarcare, a bordo dei rispettivi automezzi, due cittadini di nazionalità tunisina.

A seguito del controllo effettuato sugli stessi automezzi sono stati rinvenuti, abilmente occultati in una intercapedine realizzata nel portabagagli, all’interno del cruscotto e dentro la ruota di scorta, 389 pacchetti di sigarette e kg. 10 di tabacco da fumo marca “Marlboro” e “Moassel el Kif”, pari complessivamente a Kg. 25 di T.L.E. di contrabbando; le sigarette sono state sequestrate e i due responsabili, di anni 50 e 36 anni, con regolare permesso di soggiorno e residenti nell’isola, denunciati a piede libero alla locale A.G. per il reato di contrabbando.

Nel corso di un servizio di controllo economico del territorio, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo hanno fermato, in prossimità sia dello svincolo autostradale di Buonfornello che di quello di Bagheria, due autovetture condotte da due tunisini, uno di 22 anni e l’altro di 36.

Il successivo controllo sugli automezzi ha consentito di rinvenire, anche in questo caso all’interno di intercapedini realizzate artigianalmente, 3.425 pacchetti di sigarette marca “Marlboro gold”, “American legend”, “Oris” e “Galaxi society”, pari complessivamente ad oltre Kg. 53 di T.L.E. di contrabbando.

Le sigarette e gli automezzi utilizzati per commettere il reato sono stati sequestrati, mentre i due responsabili sono denunciati all’A.G. per il reato di contrabbando; uno dei due responsabili è stato inoltre denunciato alla locale A.G. in quanto trovato in possesso di una patente falsa alla guida del proprio automezzo.

Nei primi quattro mesi del 2012, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Palermo hanno denunciato 37 persone, di cui 4 in stato di arresto, per contrabbando di sigarette e sequestrato complessivamente 405 Kg. di tabacchi lavorati, superiori di circa il 25% rispetto a quelli sequestrati nello stesso periodo del 2011.

PALERMO, 4 MAGGIO 2012
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Guardia di Finanza - Comando Provinciale Palermo
90135 - Palermo, Via F. Crispi, 226
Telefono 091/7442109 – Fax 091/7442146

 

 

I Carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Termini Imerese (Dott.ssa Sabina Raimondo) su richiesta della Procura della Repubblica (Procuratore Dott. Alfredo Morvillo e Sost. Procuratore Dott. Bruno Brucoli), nei confronti di FIORISTA Giovanni, classe ‘77, operaio di Casteldaccia, incensurato, gravemente indiziato di essere l’omicida di CALABRESE Salvatore.

Le attività investigative furono avviate il 15 dicembre 2011, quando la moglie di CALABRESE Salvatore, pregiudicato 52enne, ne denunciò la scomparsa ai militari della Stazione Carabinieri di Bagheria.

“U TORINESE”, come era soprannominato CALABRESE che negli anni ‘90 viveva nel capoluogo piemontese dove era stato anche tratto in arresto per estorsione, fu ritrovato cadavere il giorno successivo nei pressi di un villino di campagna, in località Valle Corvo, zona isolata e impervia.

Il corpo giaceva con il volto a terra, mortalmente ferito da tre colpi di arma da fuoco al torace e al capo.

Le indagini hanno condotto i magistrati inquirenti e i militari investigatori a scandagliare le “relazioni pericolose” della vittima: un sottobosco di truffe, rapine, furti e traffico di stupefacenti, delitto quest’ultimo per il quale il figlio Marco è ancora recluso.

In questo contesto, è stata individuata la figura di FIORISTA Giovanni, operaio edile incensurato di Casteldaccia, con il quale nelle ore immediatamente precedenti alla scomparsa il Calabrese aveva fissato un appuntamento per visionare un villino da affittare, essendo stato sfrattato dall’appartamento di Bagheria.

Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno fatto emergere da subito un interessamento sospetto del FIORISTA sull’andamento delle indagini e un’evidente preoccupazione per le numerose persone sentite dai Carabinieri nei giorni successivi al rinvenimento del cadavere.

Le investigazioni sinora condotte portano a considerare che FIORISTA abbia agito da solo, con un arma illegalmente detenuta, premeditando l’omicidio.

Infatti, FIORISTA attira CALABRESE nel luogo dell’eccidio con l’inganno rappresentato dall’occasione di visionare il villino dove trasferirsi con la famiglia. Con sé porta l’arma e il trasporto avviene a bordo della propria vettura.

Le indagini hanno fatto luce anche su una lunga serie di reati contro il patrimonio: danneggiamenti e furti commessi da FIORISTA in concorso con altri soggetti dell’ambiente criminale locale.

Un’attività delinquenziale condotta con sistematicità sul territorio anche con l’uso di armi da fuoco, la cui disponibilità da parte del FIORISTA è un’ulteriore pista lungo la quale proseguono le indagini.

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nella foto in alto le scena del crimine; in basso Fiorista Giovanni

 

Ufficio Stampa Provinciale dei Carabinieri

Erano circa le 11 di questa mattina, quando si è verificato un gravissimo incidente stradale all'incrocio tra via Città di Palermo e via Ignazio Lanza di Trabia: Ciro Fiorista, un uomo di 55 anni residente a Casteldaccia, a bordo della sua Chevrolet Matiz risaliva lungo la via Città di Palermo, allorchè, proprio in vicinanza dell'incrocio, ha tamponato con violenza una Fiat Punto di colore amaranto che la precedeva.

Lo sbigottimento dei presenti ha lasciato intuire la tragedia che si stava consumando, perchè la Matiz subito dopo l'urto ha continuato la propria corsa andando letteralmente a sfondare il portone di un magazzino che si trova all'angolo di via Ignazio Lanza di Trabia; e stata così frenata, in maniera improvvisa e traumatica, la corsa dell'auto.

altL'uomo, probabilmente colpito da un malore appena prima del tamponamento, stando alle testimonianze di qualcuno dei presenti sarebbe morto sul colpo.

Sul luogo sono immediatamente intervenuti gli agenti del corpo di Polizia municipale, i carabinieri, ed i Vigili del Fuoco, che erano stati chiamati per estrarre il corpo dall'auto.

Mentre scriviamo si attende l'arrivo del magistrato di turno che dovrà autorizzare la rimozione del corpo; si cercherà soprattutto di capire se già al momento del tamponamento l'uomo fosse morto, o se al momento dell'urto fosse solo incosciente, e sia stato il forte impatto all'interno del magazzino a provocarne il decesso.

Sul posto, in attesa dell'arrivo del magistrato, stanno lavorando, per raccogliere elementi utili per capire la dinamica della tragedia, gli uomini della Polizia Municipale, coordinati dal tenente Salvo Bartolone.

L'ambulanza del 118 è stata chiamata per dare soccorso ai familiari della vittima, subito avvisati e accorsi, e che erano comprensibilmente scioccati.

Sono stati i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bagheria nella giornata di ieri a trarre in arresto in esecuzione di un Ordine di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo MUSSO Caterina, pregiudicata palermitana classe 1950 con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione.

Per il medesimo reato, è stata notificata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia Giudiziaria V.M. , casalinga bagherese.

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Il provvedimento scaturisce dalle indagini svolte dall’Arma di Bagheria e coordinate dalla Procura di Palermo (Sost. Proc. Siro De Flammineis) su un giro di prostituzione messo in piedi dalle due donne, che ricevevano i clienti presso l’abitazione della Musso, sita in una zona periferica ed appartata dell’abitato di Bagheria, nei pressi della stazione ferroviaria.

In particolare, le investigazioni, consistite in intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione e pedinamento hanno permesso di accertare che la MUSSO metteva a disposizione la propria casa anche ad altre donne che si prostituivano, pretendendo per se una percentuale fissa, pari a 20 euro sulle somme versate dai clienti per ogni singola prestazione.

L’arrestata è stata tradotta presso la casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

Fonte  Ufficio Provinciale Stampa dei Carabinieri - nella foto: Musso Caterina

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