I nomi e le foto dei destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare scaturiti dall'operazione di questa notte dei Carabinieri di Bagheria denominata Caronte. Tra i nomi si trovano impresari funebri, dipendenti del cimitero comunale e alcuni soggetti ritenuti vicini alla famiglia mafiosa di Bagheria.
Cronaca
Due bagheresi denunciati per furto e detenzione illegale di una pistola
Nella mattinata di eiri 8 novembre 2018, , i militari del Comando Compagnia Carabinieri di Bagheria hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della Procura della Repubblica di Termini Imeresee, nei confronti di 2 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di furto aggravato in abitazione, detenzione illegale e porto di armi clandestina e di arma alterate e ricettazione.
Operazione Caronte:10 ordinanze di custodia cautelare per gli orrori al cimitero di Bagheria- Foto e video
Alle prime luci dell’alba, i militari del Comando Compagnia Carabinieri di Bagheria, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Caronte”, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia di applicazione di misure cautelari coercitive, emessa dal GIP presso il Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 10 persone[1], ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione per esercizio della funzione, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, abuso d’ufficio, violazione di sepolcro, vilipendio di cadavere, occultamento di cadavere, distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, nonché violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale.
Tragedia di Casteldaccia, il Tar: «Il Comune doveva demolire la villa», intanto i PM indagano per disastro e omicidio colposo
L'ufficio stampa del Consiglio di Stato e della Giustizia Amministrativa precisa in una nota che "Il Tar Sicilia-Palermo non ha mai sospeso l'ordinanza di demolizione del sindaco dell'immobile sito in contrada Cavallaro a Casteldaccia travolto dall'esondazione del fiume Milicia (decreto n. 1602 del 2011)".