Antonio Napoli condannato a sei anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici

Antonio Napoli condannato a sei anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici

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All'ingegnere Giovanni Mineo, al tempo dei fatti capo dell'Ufficio Tecnico del Comune di Santa Flavia, il giudice monocratico del Tribunale di di Termini Imerese, Dario Gallo, ha inflitto tre anni e dieci mesi di reclusione e l'interdizione per due anni dai pubblici uffici.

Per l'ex sindaco di Santa Flavia Antonio Napoli la condanna più pesante, poco meno di quanto richiesto dal pubblico ministero, per una serie di reati che andavano dalla corruzione alla concussione, dalla violenza privata all'abuso d'ufficio e al falso ideologico.

Hanno trovato riscontro nella sentenza le accuse per cui Napoli era stato lo scorso anno, nell'immediata vigilia del voto amministrativo per l'elezione a sindaco di Santa Flavia, rinviato a giudizio.

La sentenza prevista per il 26 di marzo di quest'anno, dopo una serie di rinvii, è stata pronunciata solo oggi.

Sia Antonio Napoli che Giovanni Mineo avevano richiesto il rito abbreviato, che prevede lo sconto della pena di un terzo, mentre l'allora segretario comunale Paolina La Barbera aveva preferito scegliere il rito ordinario; ed il processo avrà inizio il 23 ottobre 2013.

Napoli dovrà inoltre risarcire le parti civili, tra cui il comune di Santa Flavia, difeso dall.avv. Galatolo, Patrizia Li Vigni, il funzionario comunale che si era opposto alla riproposizione di un bando pubblico per la selezione di capo dell'Ufficio Tecnico, oltre che l'ex assessore Gaspare Affatigato, l'ing. Pasquale Cirrincione, il precedente dirigente dell'Ufficio Tecnico, e l'ex consigliere comunale Francesco Restivo, per una somma complessiva di circa 200.000 euro, quale provvisionale immediatamente esecutiva.

Il giudice si è riservato di inviare le carte alla Corte dei Conti per l'eventuale giudizio di responsabilità contabile nei confronti dell'ex sindaco di Santa Flavia.

Naturalmente si tratta di un giudizio di primo grado che potrà essere appellato dai condannati. Antonio Napoli era difeso dagli avv. Nino Caleca e Marcello Montalbano

La vicenda che alcune lettere anonime  e voci di corridoio avevano 'raccontato' quasi in diretta parlavano di un vincitore predestinato per questo incarico di dirigente dell'Ufficio Tecnico, tant'è che un bando che non avrebbe consentito all'ing. Giovanni Mineo, ingegnere elettrico, di potere partecipare alla selezione sarebbe stato ritirato e riproposto con modifiche dei titoli utili per la selezione proprio per  rendere possibile la partecipazione del Mineo.

A ricorrere avverso il bando, nella sua primitiva formulazione, era stato un tecnico Franceso Cicero che era stato collaboratore dello studio di Mineo: Cicero è stato comunque assolto.

Secondo l'accusa Napoli avrebbe anche costretto alle dimissioni il precedente capo dell'Ufficio Tecnico, Pasquale Cirrincione, per rendere libero il posto.

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