E' quanto scrive la Repubblica di oggi in un articolo di prima pagina firmato da Salvo Palazzolo: qualche giorno fa a conclusione di una delle udienze sul processo sulla trattativa Stato-mafia, che Riina segue dalla saletta delle conferenze del carcere in cui si trova sottoposto al 41 bis, il capomafia avrebbe detto ad alta voce ad un compagno di cella: 'Questi giudici devono morire, foss'anche l'ultima cosa che faccio'.
Secondo quanto riportato nell'articolo la minaccia non sarebbe sfuggita ad uno degli agenti della polizia penitenziaria che vigilano su Riina, riferendo poi la frase ai propri superiori.
Quando la notizia è arrivata a Palermo ha suscitato ovviamente allarme e preoccupazione: in un primo momento si era pensato addirittura di trasferire il p.m. in una localita segreta, ma successivamente si è ritenuto opportuno rafforzare il dispositivo di sicurezza già elevatissimo, chiedendo anche al Ministero la dotazione di una apparecchiatura che serve a bloccare i segnali radio di un eventuale telecomando di una autobomba sino a duecento metri di distanza.
Oltre che attorno a Di Matteo un livello di protezione più elevata è scattato anche per gli altri p.m. che si occupano del processo sulla trattativa Stato-mafia, vale a dire il procuratore aggiunto Vittorio Teresi ed i sostituti Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene.
Proprio qualche giorno fa il p.m. Nino Di Matteo è stato all'I.T.E.S. 'L.Sturzo' di Bagheria per ricordare la figura di Peppino Impastato, e quando gli chiedemmo in una intervista per Teleone qualche notizia in più sulle voci di ulteriori minacce che erano arrivate nei suoi confronti, ha replicato che non intendeva rispondere a domande su inchieste in corso.
Totò Riina dal carcere minaccia di morte il pm Nino Di Matteo
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