Ribaltata in appello la sentenza sui vertici AMIA: assolto Gargano, prescritti Canzoneri e Galioto

Ribaltata in appello la sentenza sui vertici AMIA: assolto Gargano, prescritti Canzoneri e Galioto

cronaca
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Tra prescrizioni e assoluzioni la sentenza che condannò gli ex vertici dell'Amia, la municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo, per falso in bilancio e false comunicazioni sociali, in appello è stata totalmente ribaltata.

Oltre che per Orazio Colimberti, ex direttore generale dell'azienda, è intervenuta la prescrizione anche per l'ex senatore Udc e presidente dell'azienda Vincenzo Galioto, per l'altro bagherese Angelo Canzoneri, per Francesco Arcudi e Paola Barbasso Gattuso.

In primo grado sia Galioto che Colimberti erano stati condannati a due anni e sei mesi, mentre Canzoneri e Arcudi erano stati condannati a un anno.

Sono stati assolti perchè il fatto non costituisce reato, invece, i membri del collegio sindacale Gaetano Mendola, Antonino Giuffrè e il bagherese Vincenzo Gargano, difeso dall'avvocato Salvo Priola, mentre è stata annullata per difetto di notifica la condanna dell'altro componente dell'organo Giuseppe Costanza.

La mancata presentazione della querela da parte dell'ex sindaco di Palermo Diego Cammarata, rappresentante del Comune di Palermo, socio unico dell'Amia e soggetto danneggiato dai reati, ha fatto sì che la procura abbia potuto contestare solo l'ipotesi di falso in bilancio prevista come contravvenzione e non quella che il codice disciplina come delitto.

Ciò ha comportato tempi di prescrizione più brevi.

Ma la Procura non demorde perchè, dopo l'archiviazione di fatto dei reati di falso in bilancio e false comunicazioni sociali, si prepara a contestare agli stessi vertici dell'AMIA il ben più pesante reato di bancarotta fraudolenta.

 


 

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