Sergio Flamia: mafioso, killer, ma anche confidente dei servizi segreti?

Sergio Flamia: mafioso, killer, ma anche confidente dei servizi segreti?

cronaca
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E' questa una delle affermazioni che avrebbe fatto Sergio Flamia, secondo quanto riportato sull'Espresso in un articolo a firma di Lirio Abbate da oggi in edicola, dichiarando di ssere stato a lungo confidente dei servizi segreti, fornendo notizie a un agente dell'intellence; insomma 'mafiusu e sbirru' come recita il motto tutto siculo.

Niente di nuovo sotto il sole verrebbe da dire, considerato che anche il figlio di Nicola Eucaliptus, ma non solo, era stato avvicinato da agenti dei servizi per dare in cambio di denaro, la dritta per arrestare Bernardo Provenzano.

A parte questa affermazione niente di più di quanto non si sappia sinora sulle dichiarazioni di Flamia, che restano ancora coperte da una impenetrabile coltre di segretezza.

Un articolo che sin dal titolo tende a descrivere come un mafioso 'all'antica' il Flamia, che  viene romanticamente addirittura definito 'l'angelo steminatore (o vendicatore)', per i quaranta e passa omicidi confessati e che afferma che 'il valore criminale è caduto troppo in basso'; e se lo dice lui c'è da crederci.

Anche se comprendiamo la 'necessità' tutta giornalistica di compendiare e di suggestionare con una definizione o con un titolo, l'espressione 'angelo vendicatore' usata per uno che ha sparato, incrapettato, sciolto nell'acido, arrecato violenza per trenta anni a cose e persone che in certi casi non conosceva neanche, (per vendicare che cosa?), ci sembra un azzardo che dimostra come per chi non ha mai visto un mafioso dal vero e da vicino in una realtà paesana e quotidiana quale quella bagherese, la tendenza è di 'romanzare' sovrapponendo, magari involontariamente, alla  natura dei mafiosi veri quella  dei mafiosi da fiction.

Piuttosto uno spunto interessante viene dai rapporti tra mafia e politica, nell'articolo si parla di voti a Vitrano, anche se va ricordato che già questo rapporto aveva avuto puntuale riscontro  nelle carte delle operazione 'Argo', dove Giuseppe Scrivano, già sindaco di Alimena, è indagato per voto di scambio, avendo pagato alcuni esponenti di 'cosa nostra' bagherese, Carmelo Bartolone in particolare, per avere dei voti alle elezioni regionali dell'ottobre del 2012

altMa qualche manifestazione di questa interferenza di 'cosa nostra' sulle vicende politiche si manifestò  quando la sera dello scrutinio delle elezioni amministrative l'8 maggio del 2007 a Santa Flavia vennero fuori delle contestazioni sull'attribuzione di voti a due dei candidati a sindaco Luigi Alioto eAntonio Napoli, allorchè i componenti dei seggi  si ritrovarono davanti Sergio Flamia spalleggiato da un gruppetto di persone pronti a difendere con atteggiamenti palesemente minacciosi le ragioni del ‘loro’ candidato.

Nell'articolo si riportano anche i riferimenti di  Flamia agli 'incontri che Provenzano faceva nelle campagne di Misilmeri nel 1995. Ad uno di questi appuntamenti con i mafiosi è legata l’inchiesta della procura di Palermo sul mancato blitz da parte dei Ros dei carabinieri che avrebbe potuto portare, secondo le rivelazioni del confidente Luigi Ilardo, all’arresto di Provenzano. Per questa vicenda sono finiti sotto processo il generale Mario Mori, all’epoca vice comandante del Ros, e un suo ufficiale, Mario Obinu, entrambi poi assolti dai giudici del tribunale. Flamia ha raccontato ai pm quello che ha vissuto personalmente in quel periodo e ciò che gli è stato riferito da altri mafiosi. La sua versione potrebbe non coincidere con alcuni aspetti riferiti da Ilardo, ucciso a Catania alla vigilia della sua collaborazione ufficiale con la giustizia, e riportati in un rapporto giudiziario dell’allora colonnello Michele Riccio'.

Sin qui  L'Espresso

Per chiudere gira una voce sinora non confermata del pentimento di un altro mammasantissima del Gotha mafioso bagherese che, di fronte alla concreta prospettiva di una condanna a vita dopo le dichiarazioni di Flamia, avrebbe anche lui deciso di saltare il fosso; se fossero vere le voci che circolano con forte insistenza, per gli inquirenti la storia recente della cosa nostra di Bagheria non dovrebbe avere più segreti.

 

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