Droga ed estorsioni a Palermo: 16 arresti allo Zen

Droga ed estorsioni a Palermo: 16 arresti allo Zen

cronaca
Typography

Il recordman degli arresti torna di nuovo in cella. Guido Spina, classe 1965, nonostante si trovasse arresti domiciliari avrebbe retto il clan mafioso dello Zen. Anzi, proprio la sua condizione di detenuto in una bella villa sarebbe diventata la chiave per ottenere rispetto e potere. Assieme a Spina, indicato come il referente mafioso del popolare rione palermitano, sono finite in manette altre sedici persone. Tutte raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare.

Per Spina stavolta la faccenda giudiziaria si complica. Perché gli uomini della Direzione investigativa antimafia gli contestano di essere il referente di Cosa nostra tra i padiglioni del quartiere. In carcere c'è già finito una dozzina di volte. Ed è sempre andato ai domiciliari per gravi motivi di salute. Di lui finora si era detto che era l'uomo della droga, pronto a reggere le redini dei traffici di cocaina e hashish fra la Sicilia e la Campania.

E di recente avrebbe fatto le cose in grande stile. La sua villa dello Zen era diventata una “roccaforte” dei traffici. Un supermarket della droga all’ingrosso e al dettaglio protetto dai più sofisticati sistemi di sicurezza, violati dall'intelligence degli investigatori agli ordini del capo centro Giuseppe D'Agata e del direttore nazionale della Dia, Arturo De Felice.

Non solo droga a fiumi, però, ma anche estorsioni. Sono diversi i commercianti e gli imprenditori che hanno pagato il pizzo. E non si tratta solo di attività che operano tra i padiglioni del quartiere. Così come la messa a posto sarebbero stati costretti a pagarla i residenti delle case popolari. Un obolo in cambio dei servizi primari, per vivere in condizioni dignitose. I soldi, assieme ai proventi delle estorsioni agli operatori commerciali, alimentavano la cassa della famiglia. Perchè Spina sarebbe diventato il personaggio più affidabile, uno a cui affidare il delicato compito di provvedere alle esigenze economiche degli affiliati finiti in carcere e dei familiari rimasti fuori. Perché la regola del mutuo soccorso in Cosa nostra vale sempre.

Maggiori dettagli saranno saranno resi noti in mattinata nel corso di una conferenza stampa alla presenza del procuratore della repubblica, Francesco Messineo, degli aggiunti Maria Teresa Principato e Vittorio Teresi, e di Arturo De Felice.

tratto da live sicilia.it 

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.