Sergio Flamia: anche Messicati Vitale spingeva per eliminare Bartolone

Sergio Flamia: anche Messicati Vitale spingeva per eliminare Bartolone

cronaca
Typography

Non aveva tutti i torti Carmelo Bartolone a darsi uccel di bosco, anche se sottoposto all'obbligo di firma. Erano in tanti a volerlo morto e la voce che Bartolone dovesse fare una brutta fine era già arrivata oltreoceano, a Bali addirittura, in Indonesia, dove Antonino Messicati Vitale, arrestato l'altro ieri, trascorreva la sua latitanza dorata, sempre in contatto però con i suoi referenti siciliani, spesso in contatto su Skipe con Silvestre Girgenti.

Sin da subito gli inquiirenti avevano sospettato che questo allontanamento volonatario di Bartolone, fosse legato a sommovimenti interni alla famiglia bagherese.

Ed ora Sergio Flamia dichiara che in una di queste occasioni passando dalla gioielleria di Girgenti e trovandolo collegato con Messicati, colse l'occasione per salutarlo, ma non solo.

Ecco cosa ha fatto mettere averbale nelle sue dichiarazioni: 'Comunque, dopo che lui (il pentito parla di Antonino Messicati Vitale ndr) se n'è andato alla latitanza - ha messo a verbale Sergio Flamia - sono cominciate qualche rapporto che ci vedevamo tramite computer, tramite internet su Skype, che lui si contattava con Silvio Girgenti; in una di queste occasionali saluti, che... ci sentivamo... mi domandava di Carmelo Bartolone... come era finita con Carmelo”.

Non era banale curiosità perché, ha specificato Flamia, Messicati Vitale chiedeva informazione “nel senso che dice '... l'avete ammazzato? Non l'avete ammazzato?... e da questo ho capito che lui si sentiva con Lauricella Totino, perché Lauricella Totino era colui che portava avanti il discorso per ammazzare Bartolone Carmelo... io entrando nella gioielleria del Girgenti, lui era collegato con me l'ha fatto, ci siamo salutati tramite il computer e mi ha chiesto di Bartolone facendomi capire 'quando vi sbrigate", nel senso che "Carmelo chi dici? Quannu v'allistiti?' nel senso quando l'ammazzate a chistu Bartolone”.

Batrtolone veniva considerato responsabile di un paio di 'sgarri' alle regole mafiose, una delle quali era quella di avere consumato una rapina ai danni del titolare di un distributore di carburanti, Carlo Mineo, cui, con il 'trucco' dei falsi finanzieri, nottetempo erano stati rubati in casa ben 60.000 euro. Questioni di soldi, come sempre.

Bartolone si sottrasse all'obbligo di firma a dicembre 2012 e ricomparve nel settembre successivo consegnandosi al Pronto soccorso dell'Ospedale civico.

Il progetto di ucciderlo non si potè portare a termine anche perchè nel maggio del 2013 con l'operazione 'Argo' la famiglia mafiosa di Bagheria, venne letteralmente scompaginata.

 

 

 

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.