Anche un bagherese tra i quattro arrestati per la rapina ad una anziana di Misilmeri

Anche un bagherese tra i quattro arrestati per la rapina ad una anziana di Misilmeri

cronaca
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Si chiama Pietro Aiello , 22 anni di Bagheria, uno dei quattro arrestati con l'accusa di avere legato e imbavagliata, lo scorso 24 agosto, una signora ottantenne di Misilmeri per rubare la piccola cassaforte che si trovava in casa della donna, convinti che avrebbero trovato chissà cosa. I complici di Aiello sono stati Salvatore Di Pasquale, 36 anni e Michele Varia, 26 anni, palermitani e Piero Oriti Misterio, 33 anni di Misilmeri

Hanno studiato i dettagli di un piano, che ha fatto vivere  un vero e proprio incubo alla donna che si trovava al sicuro dentro la propria casa, presa d'assalto di notte mentre  si trovava da sola. Fu bloccata, minacciata, legata con alcune fascette al letto. E i malviventi riuscirono ad individuare la sua cassaforte, letteralmente sradicata dal muro con martello e scalpelli.

I componenti della banda oggi sono finiti tutti in manette, dopo lunghe e serrate indagini condotte dalla squadra mobile: i quattro peraltro agivano con violenza, terrorizzando e, se necessario, picchiando le proprie vittime, di modo che gli anziani che finivano nel loro mirino, impotenti, non avevano mai avuto alcun modo di reagire, né di chiedere aiuto.

Proprio come è successo all' ottantenne di Misilmeri. 

Il bottino fu però magro: nessun tesoretto nell'abitazione dell'anziana, che a parte qualche piccolo gioiello in casa, conservava soltanto poco più di ottanta euro e un cellulare, anche questo portato via.

La vittima fu lasciata legata e sotto choc, fino all'arrivo della polizia e degli uomini della Scientifica che effettuarono i rilievi. In questi mesi gli investigatori si sono messi sulle tracce dei quattro che avrebbero ultimamente messo a segno altri colpi violenti.

Prima e dopo ogni colpo, i complici utilizzavano sempre utenze diverse e parlavano in codice: la rapina diventava così la "partita di calcetto", il luogo in cui nascondere la refurtiva era lo "spogliatoio". A ricoprire i ruoli di vertice della banda, Di Pasquale ed Oriti, entrambi pregiudicati. Il primo ideava i piani e reclutava eventuali altri complici, il secondo - sottoposto ai domiciliari nello stesso periodo della rapina all'anziana di Misilmeri - sarebbe stato il basista.

Secondo gli inquirenti i colpi a segno sarebbero numerosi, le indagini sono ancora in corso.