Detenuto si suicida al Pagliarelli: viveva da tempo a Bagheria

Detenuto si suicida al Pagliarelli: viveva da tempo a Bagheria

cronaca
Typography

Ciro Carrello, napoletano di nascita ma residente a Bagheria da anni, è stato ritrovato la scorsa notte morto nell'infermeria del carcere di Pagliarelli dove era detenuto: secono le prime  ricostruzioni  l'uomo si sarebbe impiccato utilizzando le lenzuola a mò di corda.

All'uomo che da una ventina di giorni collaborava con i magistrati, sarebbero stati fatti pervenire negli ultimi tempi da parte di altri due detenuti legati a cosa nostra  dei bigliettini, in cui pare lo avvisavano e di 'stare sereno e di pensare ai propri familiari'.

Le celle dei due detenuti ora sono state perquisite, e gli agenti hanno sequestrato riscontri  che saranno sottoposti ad un approfondimento investigativo.

Carrello era nipote del pentito Benito Morsicato, ex esponente mafioso di Bagheria. Di recente, di lui aveva parlato il collaboratore di giustizia Salvatore Lo Piparo, già affiliato anch’egli al clan bagherese, che aveva raccontato di una cassaforte con documenti interessanti, tenuta proprio da Carrello. La cassaforte venne poi perquisita, ma al suo interno non c’era nulla.

Fino a ieri sera Ciro Carrello era stato sentito dai pubblici ministeri di Palermo e non aveva mostrato segni di nervosismo che potessero fare presagire intenti suicidi. A breve il detenuto sarebbe stato trasferito in un altro carcere. 

Carrello era finito in manette lo scorso 19 novembre, nel corso dell’operazione “Eden 2″ dei carabinieri del Ros, che aveva mandato dietro le sbarre sedici presunti affiliati a Cosa nostra, di Castelvetrano e Brancaccio: un blitz, volto a fare terra bruciata attorno al super latitante Matteo Messina Denaro.

Quello svelato dal giovane sarebbe stato un vero e proprio “gruppo di fuoco”, specializzato in colpi al servizio della mafia. Il gruppo avrebbe fatto capo a Girolamo Bellomo, 37 anni, detto Luca, figlio di Filippo e Rosalia Messina Denaro, nonché cognato di Francesco Guttadauro, ritenuto il capomafia del mandamento di Castelvetrano. Prima di finire in manette, nel 2013, la guida del gruppo sarebbe stata dello stesso Guttadauro.

Da qualche settimana,  sui giornali erano venute fuori rivelazioni che facevano riferimento ad un vero e proprio gruppo di fuoco che metteva segno rapine  per finanziare Cosa nostra. Fra i nomi che erano saltati fuori c’era quello di Ruggero Battaglia, cheavrebbe organizzato rapine per conto di tutti i mandamenti mafiosi di Palermo. Erano però venuti fuori  i nomi di altri cinque complici, fino ad ora non toccati dalle indagini. L’ultima volta in cui il detenuto aveva parlato ai pm risale a ieri sera e non avrebbe mostrato segni di nervosismo o che lasciassero presagire suoi propositi suicidi.

altNei confronti di Carrello, l’accusa era di rapina aggravata dall’avere favorito Cosa nostra: fra gli episodi criminali che gli venivano contestati e dei quali stava parlando con il pm Carlo Marzella, molte rapine eseguite dalla banda. Fra queste, anche un colpo, consumato ai danni del deposito di una ditta di spedizioni di Campobello di Mazara riconducibile a una società recentemente sequestrata all’imprenditore Cesare Lupo, arrestato con l’accusa di essere un prestanome dei fratelli Graviano.

Una rapina, che sarebbe stata messa a segno da un commando di otto persone, proprio per compensare le perdite economiche dovute alla confisca della società. I ladri indossavano pettorine della polizia e si sarebbero mossi a bordo di due auto e di un furgone, finiti incendiati immediatamente dopo il colpo. Una volta giunti nel deposito, legarono e immobilizzarono i dipendenti, affermando di cercare un carico di droga. Portarono via 600 colli di merce oltre a 17 mila euro in contanti.

 

 

 

 

 Ciro Carrello

 

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.