Cosa è veramente accaduto presso la discarica abusiva di via Serradifalco

Cosa è veramente accaduto presso la discarica abusiva di via Serradifalco

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La verità ufficiale ci viene raccontata da Adriano Mancini, coordinatore presso l'Autoparco comunale del Servizio di raccolta rifiuti solidi urbani. E'accaduto che il concorso di una serie di situazioni e di circostanze  hanno avuto sinora come conseguenza il sequestro di un autocompattatore e di un bobcat nella disponibilità del comune di Bagheria , e cinque persone, oltre al responsabile, ancora in questo momento presso la sede bagherese del Corpo Forestale, per chiarire l'intera vicenda.

La versione di Mancini: il responsabile sul campo del servizio, peraltro oggi in ferie,  riferisce di essere stato chiamato telefonicamente dalla responsabile del servizio di Igiene Ambientale del comune di Bagheria che gli prospetta la necessità di un intervento urgente presso la discarica di via Serradifalco, prima sequestrata e successivamente dissequestrata appunto per poter procedere alle operazioni di risanamento e bonifica.

L'intervento è necessario - spiega la responsabile - perchè nel corso della giornata di oggi sarebbe successivamente intervenuta l'azienda specializzata per il trattamento dell'amianto, ed occorreva quindi una preventiva separazione tra i rifuti speciali e quelli solidi urbani.

Mancini avrebbe fatto notare alla sua interlocutrice, così come lui stesso ci riferisce, della oggettiva impossibilità che con dei mezzi meccanici, il bobcat nella fattispecie, si possa riuscire a fare una separazione netta; ma queste sono le disposizioni. Pertanto una squadra di cinque operai con un autocompattatore e un bobcat comincia i lavori presso la discarica a cielo aperto, intorno alle 9.30-10.00 di stamane.

Pare che addirittura per separare le lastre di amianto e i rifuti speciali dai normali rifiuti urbani, gli operai, pur senza le necessarie dotazioni di sicurezza, abbiano fatto del loro meglio utilizzando anche le nude mani: una pattuglia di agenti della Polizia municipale, di cui fa parte l'ispettore Lino D'Amico,  viene chiamata per disciplinare il traffico, in considerazione del fatto che l'operazione si svolge in una strada stretta e angusta.

A questo punto la Forestale che vigila periodicamente sul sito a rischio, trovandosi, pare occasionalmente, a passare dalla zona si incuriosisce, si ferma, e comincia a chiedere cosa stia accadendo; evidentemente le spiegazioni non soddisfano gli agenti di polizia giudiziaria della Forestale che sequestrano, come dicevamo, i mezzi in opera, (la custodia dell'autocompattatore verrà affidata allo stesso comune, stante l'impossibilità per la Forestale di tenerlo i custodia), e conducono gli operatori presso la sede della statale 113 per la loro identificazione e per acquisire informazioni più dettagliate.

Pare di capire che i provvedimenti sinora assunti ai quali seguirà probabilmente una indagine per reati ambientali, siano dovuti al fatto che per garantire la corretta procedura della bonifica, gli interventi degli operatori del servizio di igiene urbana di Bagheria dovevano essere posti in essere  contemporaneamente a quelli della ditta specializzata per il trattamento dell'amianto, e non prima.

In tutto questo baillame, pare che ancora non si siano fatti vivi per interloquire con la Forestale gli attori politici, vale a dire il sindaco e l'assessore ai Lavori pubblici.

Angelo Gargano

in copertina foto di repertorio

 

 

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