Gianluca Califano e Salvatore Benigno, entrambi bagheresi di 22 anni, arrestati il 21 febbraio scorso con l'accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso sono stati scarcerati. Lo ha deciso il Tribunale del riesame che li ritiene imputabili solo del reato di danneggiamento, che, essendo un reato che prevede una pena massima inferiore a tre anni, rende inapplicable la misura cautelare in carcere.
Ai due ragazzi gli investigatori arrivarono analizzando le immagini delle telecamere del negozio di macchine agricole preso di mira lo scorso agosto. Un mese prima la stessa attività commerciale era stata bersaglio di un altro tentativo di incendio che aveva danneggiato la saracinesca, ed il titolare aveva negato di avere ricevuto richieste estorsive.
Per l'accusa, si era trattato di un chiaro messaggio intimidatorio in perfetto stile mafioso, organizzato da Pietro Flamia.
Solo che a Flamia, in manette dopo l'operazione Reset del giugno scorso, questo episodio estorsivo non è stato contestato. E neppure sono emersi contatti fra Flamia e i due indagati. Da qui la decisione del Riesame di annullare l'arresto dei due indagati, che erano difesi dall'avvocato Riccardo Bellotta.
Resta il dubbio sul movente del danneggiamento. Se i due giovani sono gli autori e la mafia non c'entra bisogna accertare cosa li abbia spinti ad appiccare le fiamme servendosi di liquido infiammabile.
Gianluca Califano Salvatore Benigno
Scarcerati i due giovani di Bagheria accusati di un tentativo di estorsione
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