Sequestro di beni a Paolo Giambruno, direttore del Dipartimento veterinario dell'ASP 6

Sequestro di beni a Paolo Giambruno, direttore del Dipartimento veterinario dell'ASP 6

cronaca
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A dare l'avvio alla indagine la denuncia di un medico ed alla fine si è arrivati ad una  inchiesta che ha coinvolto ben ventinove persone e che oggi esita nel sequestro patrimoniale ai danni di Paolo Giambruno, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell'Asp e presidente dell'Ordine dei veterinari di Palermo. Il provvedimento è stato deciso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale, su proposta del procuratore aggiunto Dino Petralia e dei sostituti Calogero Ferrara e Claudia Bevilacqua. Giambruno risponde di"interposizione fittizia di beni aggravato dall'avere agevolato esponenti di Cosa nostra".

Per un lungo periodo e sino ad  una decina di anni fa, Paolo Giambruno ha prestato la sua opera come responsabile del Servizio veterinario del Distretto socio-sanitario di Bagheria.

Sulla base delle indagini dei poliziotti della Digos, Giambruno "da una parte è indagato per i reati di concussione, tentata e consumata, abuso d’ufficio, falso e truffa aggravata, commessi nell’esercizio delle sue funzioni; dall’altra evidenzierebbe cointeressenze a livello imprenditoriale, intrattenute dallo stesso funzionario pubblico con il noto esponente mafioso Salvatore Cataldo". Cataldo è un boss di Carini condannato nel 2012 per associazione mafiosa e attualmente detenuto. Nel corso delle indagini sarebbe emerso l'impegno di Giambruno per evitare che sui beni del mafioso si abbattesse la scure del sequestro. Le connivenze fra i due sarebbero state accertata tra il 2005 e il 2013.

Le indagini, avviate nel 2010, sono nate dalla denuncia di un medico veterinario del servizio sanitario pubblico che puntò il dito contro presunte illegalità commesse nella gestione del Dipartimento dell’Azienda sanitaria provinciale. E i telefonini di molte persone finirono sotto intercettazione. Oggi in ventinove hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini. Tra questi, numerosi funzionari e dirigenti dello stesso dipartimento veterinario, allevatori e amministratori di aziende, per reati che vanno dall’abuso d’ufficio, alla concussione, al falso ideologico, alla truffa aggravata fino al commercio di sostanze alimentari nocive.

Giambruno avrebbe favorito un allevatore, definito "senza scrupoli", che avrebbe voluto commercializzare capi di bestiame infetti,  bloccate però prima che finissero sul banco delle macellerie grazie al tempestivo intervento della Polizia Giudiziaria. Il funzionario tentato di favorirlo con la compiacenza di un veterinario dipendente dal servizio. Si parla anceh di presunte false certificazioni rilasciate dal Dipartimento veterinario per consentire ad una azienda di prodotti dolciari di Carini e ad una di prodotti ittici di Lampedusa di poter esportare i rispettivi prodotti all’estero.

Sono finiti sotto sequestro, conti correnti, titoli bancari, Penta Engineering Immobiliare srl con sede a Palermo, Unomar Srl di Carini, Marina di Carini srl con sede legale a Palermo. Gli intrecci economici tra Cataldo, Giambruno e alcuni familiari del direttore veterinario sarebbero stati ricostruiti analizzando la mole di documenti sequestrati nel corso delle perquisizioni a casa e nell'ufficio di Giambruno: atti di compravendita di beni mobili e immobili, cessione di quote societarie, verbali di assemblee, atti costitutivi e statuti di società che si occupano di compravendita immobiliare e vendita di barche, documentazione finanziaria e bancaria.


 

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