L'asse di mafia tra Castelvetrano e Bagheria confermato dagli arresti per la rapina al deposito TNT di Campobello

L'asse di mafia tra Castelvetrano e Bagheria confermato dagli arresti per la rapina al deposito TNT di Campobello

cronaca
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La rapina avvenne due anni fa allorchè un commando armato fece irruzione nel deposito Tnt di Campobello di Mazara.

I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani hanno arrestato quattro persone, che rappresentano il collegamento palermitano della rapina di due anni fa. Tra questi c'è il bagherese Giorgio Provenzano, originario di Bagheria, al quale l'ordinanza di custodia cautelare è stata notificata in carcere dove è già detenuto per mafia, perchè arrestato nella operazione Reset: questo conferma per gli inquirenti l'esistenza di un asse tra clan di Bagheria e Castelvetrano con la benedizione di Matteo Messina Denaro.

Grazie all'aiuto di un basista il gruppo che faceva capo a Francesco Guttadauro e Luca Bellomo, aveva sottratto dal deposito 600 colli di merce e 17 mila euro in contanti. Ora il procuratore aggiunto Teresa Principato e i sostituti Maurizio Agnello e Carlo Marzella hanno ricostruito il ruolo dei bagheresi, perché fu a Bagheria che ebbero l'idea della rapina.

Di Giorgio Provenzano, aveva parlato il cognato Benito Morsicato, divenuto collaboratore di giustizia: "Colui che ha investito un po' dei soldi sulla rapina è stato Provenzano Giorgio di Bagheria... per fare i giubbottini della Polizia, perché la rapina è stata fatta vestiti da poliziotti, con passamontagna, vestiti da poliziotti...".

Gli autori del colpo avrebbero dovuto lasciare una percentuale del bottino ai mafiosi trapanesi che avevano necessità di soldi in contanti per gestire la latitanza di Matteo Messina Denaro: "Il 10% doveva andare al paese, al paese significava a chi aveva tutta la zona in mano... allo zio... dopo la rapina si presentò Claudio (secondo gli investigatori, parlava di Girolamo Bellomo di cui confondeva il soprannome: Claudio al posto di Luca, ndr) che già era stata venduta della merce, perché c'erano delle esigenze, dopo gli arresti, delle esigenze che gli bisognava intorno ai 5, 8 mila euro, perché parlavano...".

Nel novembre dell'anno scorso furono arrestati, tra gli altri, Francesco Guttadauro e Patrizia Messina Denaro, sorella del latitante: "... gli servivano dei soldi perché c'era una persona molto in difficoltà e gli serviva del contante, e io sempre presumevo che si trattava o di lui o di qualcuno vicino a lui, per garantire la latitanza... Ruggero (Ruggero Battaglia, pure lui arrestato nel blitz di un anno fa, ndr) gli diede 5000 euro... e in più poi al paese rimase... intorno ai 20.000 di merce della Thun".

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