La seconda sezione della corte d'Assise di Palermo ha condannato all'ergastolo Ignazio Fontana e Giuseppe Comparetto, imputati dell'omicidio dell'imprenditore Andrea Cottone. Il delitto risalente al 13 novembre del 2002 fu commesso a Villabate col metodo della lupara bianca.
Nello stesso procedimeno per il reato di soppressione di cadavere era imputato l bagherese Carmelo Bartolone, difeso dall'avv. Pietro Incadela, che invece è stato assolto.Su Bartolone pendeva l'accusa lanciata dai 'pentiti' che avesse contribuito a fare scomparire il corpo di Andrea Cottone nella propria fabbrica di marmi alle porte di Bagheria. Ma a questa dichiarazioni non sono mai stati trovati riscontri.
In un altro troncone dello stesso processo erano già stati condannati in abbreviato, sempre all'ergastolo, Nicola Mandalà, Michele Rubino e Onofrio Morreale.
Cottone sarebbe stato eliminato perchè considerato un boss che aspirava a emergere e a fronteggiare il gruppo di Mandalà e Fontana, considerati molto vicini al boss Bernardo Provenzano, del quale in quel periodo curavano la latitanza a Bagheria
Ad accusare i due condannati all'ergastolo erano stati quattro collaboratori di giustizia, uno dei quali - Stefano Lo Verso, di Ficarazzi - era stato l'uomo che aveva di fatto accompagnato Andrea Cottone all'appuntamento con i i suoi assassini, in un minigolf vicino alla contrada Crocicchia di Ficarazzi.
Il pentito ha però sempre negato di aver saputo che l'imprenditore dovesse essere ucciso. Gli altri pentiti che hanno deposto nel dibattimento sono stati Mario Cusimano e Francesco Campanella, entrambi di Villabate, e Sergio Flamia, di Bagheria.
nella foto di copertina da sx Fontana, Comparetto, Bartolone