Scarcerato per un cavillo il bagherese Carmelo D'Amico, è indagato per mafia ed estorsione

Scarcerato per un cavillo il bagherese Carmelo D'Amico, è indagato per mafia ed estorsione

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Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo Filippo Serio ha disposto, su richiesta dei difensori Caleca e Monalbano, la scarcerazione di Carmelo D'Amico, che è accusato di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Bagheria ed è indagato anche per estorsione aggravata.

 Il provvedimento è stato emesso poichè i giudici del Tribunale del riesame, non hanno depositato entro i 30 giorni previsti le motivazioni per la conferma della permanenza in carcere dell'indagato.

d'amicoD'Amico era stato arrestato con altre 45 persone nell'ambito dell'operazione Panta Rei, che aveva sgominato il sodalizio mafioso che intercorreva tra le famiglie mafiose di Bagheria e Porta Nuova.

Secondo i Pubblici Ministeri Francesca Mazzocco e Caterina Malagolli, che sono titolari delle indagini, l'indagato si sarebbe occupato di estorsioni e di danneggiamenti per l'imposizione del pizzo alla aziende, ed era a tutti gli effetti nell'organico mafioso del clan bagherese.

I difensori di D'Amico avevano fatto ricorso al tribunale del riesame per chiedere la scarcerazione del loro assistito, ma i giudici hanno opposto il loro diniego, confermando la carcerazione. Per i legali, la lunga carcerazione del loro assistito, faceva venire meno il suo appartnere anocra a cosa nostra e quindi l'attualità delle motivazioni della carcerazione, inoltre secondo i suoi avvocati il D'Amico era stato "posato" dall'organizzazione criminale e cioè messo da parte.

 Il tribunale del riesame aveva 30 giorni di tempo per il deposito delle motivazioni del diniego di scarcerazione, che sono scaduti lo scorso 15 agosto. senza che presso la cancelleria pervenissero le motivazioni.

Il gip ha dunque disposto la scarcerazione per il mancato rispetto dei termini dal riesame.

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