La terza sezione della Corte di appello del Tribunale di Palermo ha applicato tutte le attenuanti per i due collaboratori di giustizia bagheresi imputati nel processo Reset sulla mafia di Bagheria, che si e' svolto con rito abbreviato. Si tratta di Benito Morsicato e Salvatore Lo Piparo che ottengono in appello un ulteriore sconto di pena. Salvatore lo Piparo dovrà scontare 3 anni, Benito Morsicato 1 anno e 9 mesi.
Un sconto che si è sostanziato in una riduzione di otto mesi della pena ciascuno. Lo Piparo e Morsicato sono assistiti dagli avvocati Monica Genovese e Gloria Lupo. I due hanno ammesso di avere avuto un ruolo all'interno dell'organizzazione cosa nostra e in particolare di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Bagheria per la quale hanno confessato estorsioni e altri reati. Ad entrambi e' stata riconosciuta l'attenuante speciale riconosciuta ai collaboratori di giustizia. Agivano nella zona di Bagheria, Ficarazzi, Santa Flavia e Altavilla. Morsicato era una sorta di braccio destro i Salvatore Lo Piparo usato come guardia spalle e "picchiatore" . I due si pentirono nello stesso periodo poco prima degli arresti dei carabinieri risalenti a giugno del 2014. Lo Piparo, ritenuto soldato della famiglia mafiosa di Bagheria, rispondeva a Pietro Flamia, Giorgio Provenzano e Giuseppe Di Fiore. Lo Piparo doveva rispondere di associazione mafiosa e 8 estorsioni, Morsicato era accusato di aver chiesto il pizzo e di aver compiuto alcunì danneggiamenti contro imprenditori e commercianti. Furono 36 le estorsioni ricstruite dai Carabinieri Tra tentate e consumate. Chi non pagava subiva pesanti ripercussioni come l'incendio di saracinesche e mezzi. La foto di copertina è relativa all'operazione reset 2 del 2015.