14 anni al boss Pietro Lo Iacono

14 anni al boss Pietro Lo Iacono

cronaca
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La quarta sezione del Tribunale di Palermo ha condannato a 14 anni il boss di Bagheria Pietro Lo Iacono per associazione mafiosa: l’accusa, sostenuta dal P.M. Nino Di Matteo, ne aveva chiesti 18

per avere il Lo Iacono coperto la latitanza e mantenuto i collegamenti con Bernardo Provenzano, nel territorio di Bagheria, paese d’elezione del capo dei capi. L’ordine di custodia è stato immediatamente eseguito.

Una precedente condanna di Lo Iacono, pronunciata nell’ambito del processo “Ghiaccio”, era stata annullata dalla Corte d’Appello per un vizio di forma.
L’imputato infatti non era stato tradotto davanti alla corte giudicante in occasione di una udienza a suo carico: questo “disguido” aveva consentito al Lo Iacono di tornare ad una libertà invero molto vigilata, considerato che proprio questa estate, gli inquirenti della Polizia di Stato sono riusciti a sventare tempestivamente un tentativo di eliminarlo nei pressi del Lido di Fondachello, dove era solito recarsi pressocchè quotidianamente con la moglie.

Furono quattro le persone arrestate in quell’occasione, e dalle intercettazioni telefoniche emerse un quadro che allertò gli inquirenti oltre che sulla preparazione dell’eliminazione del Lo Iacono, anche sulla modifica degli equilibri ai vertici di cosa nostra nel nostro territorio.
Pare peraltro che il Lo Iacono che in un primo momento avrebbe sottovalutato l’episodio, continuando nell’abitudine di frequentare il lido di Fondachello; in sede di interrogatorio però, dopo avere ascoltato le registrazioni delle intercettazioni telefoniche degli “aspiranti” killers abbia intuito di avere corso un rischio serio, e cambiò abitudini.

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