Operazione Perseo, imprese, istituzioni, politica e legalit

Operazione Perseo, imprese, istituzioni, politica e legalit

cronaca
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Riceviamo e pubblichiamo

L’ultima Operazione della Dia ha svelato la gravità della condizione in cui vivono vaste aree della Provincia e della città, nonché la vastità della presenza mafiosa in alcune aree ad alta densità mafiosa ed in alcuni Comuni già sciolti negli anni ’90 per infiltrazioni mafiose.
I richiamati e discussi scioglimenti dei Comuni,com’è noto, hanno fallito gli obiettivi prefissati e tuttora le stesse motivazioni degli scioglimenti sono negate alla valutazione critica dei cittadini.
I recenti atti di intimidazione contro vari magistrati e in particolare contro Antonino Di Matteo e contro Giacomo Montalbano sono avvenuti contestualmente ad una fase di riorganizzazione complessiva delle famiglie di mafia tesa in sostanza alla perpetuazione di un controllo e ad un governo diretto del territorio, come d’altra parte si evinceva da diverse dichiarazioni del pentito Francesco Campanella ed ora del pentito Giacomo Greco nonché da iniziative di programmazione territoriale in atto, a cavallo del 2000/2001, tra Villabate, Brancaccio e Bagheria.

Ancora oggi per alcune strutture territoriali la legalità e la trasparenza della gestione amministrativa sono consuetudine formalistica e residuale: in esse infatti è stato anche cooptato occasionalmente o stabilmente personale di diretta espressione mafiosa.

Per queste ragioni gli atti di intimidazione di queste settimane contro i magistrati, oltre ad altre attività di intimidazione messe in campo con altri mezzi in diverse direzioni, appaiono molto gravi e recano ulteriori segnali contro gli interessi della collettività e contro coloro che da tempo si battono contro i poteri mafiosi nel mandamento di Bagheria e in particolare per la rescissione del cordone ombelicale tra imprese, politica, famiglie di mafie e istituzioni.

L’Operazione “Perseo” ha dato un colpo,al di là delle reggenze in atto, alla riorganizzazione territoriale delle famiglie di mafia.
Tuttavia la politica e le istituzioni non stanno svolgendo il loro dovere istituzionale mentre continuano a riproporsi vecchi e nuovi motivi di allarme. Tali motivi sono:
·
-presenza di consiglieri comunali incompatibili con le funzioni ricoperte;

·-presenza di numerose imprese ammesse a partecipare a bandi e gare per ottenere appalti e finanziamenti pur essendo da tempo notoriamente collegate a famiglie di mafia che pertanto da esse ricevono con varie modalità commesse e utilità;
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-blocco di fatto della gestione dei beni confiscati già nel 1986 come nel caso dei proposti Cantieri culturali giovanili che dovevano nascere nel 2005 presso il magazzino del ferro diLeonardo Greco;
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-inattività per beni confiscati costruiti su aree demaniali e che non sono stati demoliti per responsabilità amministrative e politiche;
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-presenza di vasti patrimoni mafiosi indivisi tuttora non sequestrati e che esercitano complessivamente un ruolo determinante nell’economia reale e nella politica e nelle scelte in questa area;
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-presenza di numerose imprese di diretta emanazione mafiosa.

Malgrado il vasto fenomeno di malaffare e di cattiva amministrazione imperante si registra un ritardo incomprensibile in alcune indagini e istruttorie già in atto dal 2004.
Tali ritardi non hanno consentito di tagliare alcuni nodi relativi a scandalose gestioni che in qualche caso avrebbero dovuto essere già affidate a gestioni giudiziarie e fallimentari e comunque azzerate per impedire
ulteriori danni.
A tal fine riteniamo doveroso sollecitare il celere compimento delle indagini e delle istruttorie in corso (ad esempio in tema di assunzioni, di concorsi interni, affidamento di posizioni organizzative fasulle e di mobilità, di incarichi professionali e di affidamento per forniture di beni e servizi, etc.) in modo da fare chiarezza su eventuali responsabilità.

La recente Operazione “Perseo”, comunque, dà a tutti un attimo di fiducia. Per ciò esprimiamo sostegno alla Magistratura ed alla Procura di Palermo e rappresentiamo l’ interesse della collettività che operazioni di questa natura continuino nel tempo, mentre sottolineiamo la ambiguità di alcune strutture territoriali e istituzioni sui temi qui sollevati e che in alcuni casi specifici avrebbero dovuto comportare specifiche iniziative sostitutive della Prefettura di Palermo.

Bagheria, 29 dicembre 2008

Il coordinatore di Sinistra Democratica di Bagheria Beppe Zaso
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