Si infiamma la dura protesta dei pescatori di Porticello

Si infiamma la dura protesta dei pescatori di Porticello

cronaca
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Avevano ragione il sindaco Antonio Napoli e Ciccio Zizzo di Unicoop pesca, ad avvistare in tempo il pericolo che lo stato di estremo disagio dei pescatori potesse trasformarsi da un giorno all’altro in una protesta non più controllabile.
Stamattina le prime avvisaglie di una rabbia che monta
e che nelle prossime settimane potrebbe diventare non più controllabile.

Ricostruiamo i fatti: qualche giorno fa il nostro giornale ha pubblicato una lettera appello del sindaco Antonio Napoli in cui con puntualità venivano elencati i punti critici del settore delle marinerie siciliane; sulla stessa lunghezza d’onda Ciccio Zizzo di Unicoop Pesca che vive in stretto contatto con i pescatori e i loro problemi, da tempo cerca di svegliare le autorità competenti sullo situazione che vive il comparto pesca a Porticello, e che si era fatto promotore per un consiglio straordinario sulle problòematiche della marineria che ha segnato un momento importante di svolta.

Adesso i nodi stanno venendo tutti insieme al pettine:
stamattina si è svolta una assemblea autoconvocata delle maestranze al piano Trizzanò.

I problemi sollevati dai pescatori?

Quelli di sempre: una normativa europea sulla pesca che penalizza fortemente le flottiglie dei paesi comunitari e soprattutto quelle meridionali; problemi strutturali che si saldano con una stagione dal punto di vista meteorologico veramente infame per i pescatori, e come il cacio sui maccheroni, una scelta degli uomini della capitaneria di adottare una interpretazione intransigente di leggi e di norme sulla pesca e sulla navigazione. Tutto questo sta creando una miscela esplosiva, che può esplodere da un momento all’altro , e questa mattina se ne è avuta la riprova.
Dopo alcuni interventi accalorati di armatori e pescatori, la decisione di spostarsi presso la sede della delegazione marittima.
Centinaia di pescatori con mogli e figli al seguito chiedono di incontrare il comandante Leonardis.

La tensione è molto alta, la gente è intenzionata a creare un presidio permanente intorno agli uffici decentrati della Capitaneria, mentre qualcuno propone di andare ad occupare la stazione ferroviaria e bloccare il transito dei treni; intervengono per sedare gli animi il sindaco Antonio Napoli, il comandante della delegazione marittima Giovanni Leonardis, un ispettore di polizia.

Arrivano rinforzi di carabinieri e polizia.
Dopo un fitto parlamentare la tensione si allenta: viene deciso di sottoscrivere la denuncia –appello del sindaco Antonio Napoli e di chiedere un incontro urgente all’Ammiraglio, comandante della Capitaneria di porto di Palermo, e al ministro della pesca.

Centinaia di uomini e donne firmano la petizione del sindaco, vengono allertate per radio dalle barche e per telefonino anche le altre marinerie siciliane e calabresi soprattutto, e si comincia a concordare una manifestazione nazionale.
Tutta la prossima settimana dovrebbe servire preparare i dettagli delle iniziative, poi a Roma in una manifestazione nazionale, la prova di forza.

Se dura il bel tempo per i pescatori di Porticello dovrebbe essere una settimana buona.
Però al punto in cui siamo occorre che tutti , politici, rappresentanti di categorie, forze di sicurezza si rendano conto che ormai la misura è colma, e che occorre intervenire prima che la situazione sfugga di mano.
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