P.R.G.: arriva a conclusione un iter lungo quindici anni

P.R.G.: arriva a conclusione un iter lungo quindici anni

cronaca
Typography


Si chiude in questi giorni una vicenda urbanistica che trae le sue origini dagli inizi degli anni ’90.
Tutti i tentativi portati avanti sin dai primi anni ’50 di normare lo sviluppo edilizio del territorio a Bagheria, ma non solo, non hanno mai avuto vita facile.
Adesso c’è uno strumento certo e definitivo che dà certezze di regole ai cittadini e agli amministratori.

Di fatto è stato completamente approvato il Piano Regolatore Generale, di cui gli allora commissari prefettizi diedero incarico alla Università di Palermo e per essa all’architetto Giuliano Nicola Leone, di adeguare il precedente strumento urbanistico, il cui decreto di approvazione, anche questo con stralci risaliva al mese di giugno del 1976.
Ma rifacciamo una breve storia.
Il primo incarico di Piano regolatore generale, se la memoria non ci fa uno scherzo, fu dato nel 1954 dall’allora sindaco Silvestre Cuffaro all’architetto Spatrisano un grande urbanista dell’epoca.
Questo piano pur presentato non fu mai approvato dal consiglio comunale di Bagheria; semplicemente perché i politici di allora, preferivano che si andasse avanti senza regole.
E senza regole si andò avanti.

Il sacco di Bagheria dei primi anni ’60 allorchè sorsero palazzoni a cinque o sei piani, la zona Caravella per intenderci, con licenze approvate in violazione di norme e regolamenti, fecero sì che un intero quartiere vedesse palazzoni uno addossato all’altro senza un solo mq destinato a verde e parcheggi.
Seguì l’inchiesta con il compianto giudice istruttore Rocco Chinnici, che rinviò a giudizio quattordici amministratori dell’epoca tra sindaci, assessori, componenti dell’ufficio tecnico e della commissione edilizia e costruttori.
Per quasi tutti intervenne la prescrizione dei reati.

L’arbitrio ebbe un primo stop verso la fine degli anni’60 quando la cosiddetta Legge Mancini, dal nome dell’allora ministro socialista dei lavori pubblici, bloccò la possibilità di nuove costruzioni nei comuni che non erano dotati di Piano Regolatore Generale.
Fu dato alla fine di quegli anni un incarico, che con alterne vicende, vide l’architetto Mastrorilli presentare un progetto di Paino Regolatore Generale, che il consiglio adottò intorno alla metà degli anni ’70.
E’ in questi anni , dal 70 al 75, che si cominciano a manifestare i primi episodi di abusivismo detto “popolare”: prima casi singoli, poi via via sempre più numerosi sino a diventare un fiume in piena alla fine degli anni’70 e i primi degli anni ’80.
L’abusivismo popolare allarmò i grandi speculatori e proprietari di aree, che vedevano come una minaccia questa forma di “autarchia” del mercato della casa.
Fu per questo che le lobby politiche dei costruttori fecero pressioni sull’assessore regionale dell’epoca il repubblicano Tepedino perché approvasse il Piano già adottato dal consiglio.

Anche la sinistra spingeva per approvare il P.R.G., per combattere l’abusivismo.
In realtà non si capì che l’abusivismo “popolare” aveva motivazioni sociali ed economiche più complesse e traeva origine da una domanda abitativa e di tipologia residenziale, cui le previsioni di quel Piano non erano in grado di dare una risposta.
Per questo la approvazione di quel P.R.G. piuttosto che frenare l’abusivismo edilizio popolare e di necessità, diede ad esso invece nuove motivazioni e lo alimentò.

Su questa parola d’ordine, Piano Regolatore subito , si svolse il 21 gennaio del 1976, forse una delle tre più grandi manifestazioni che si siano mai svolte a Bagheria negli ultimi cinquanta anni (l’altra fu quella dei braccianti per il contratto nel dicembre del 1971 dopo le morti di Avola, ed ancora quella capeggiata dalla Chiesa bagherese ai tempi della sindacatura Valentino).
Il 19 giugno del 1976 l'allora assessore regionale al territorio, il repubblicano Tepedino firmava il decreto di approvazione dl P.R.G. stralciando alcune aree, le più importanti delle quali erano l’intero territorio dell’Aspra e una striscia 50 m, a nord e a sud di dell’intera Via Mattarella, per i quali l’assessore chiedeva uno studio più approfondito e dava delle indicazioni.

Verso la fine degli anni ’80 in una serie di sedute rimaste memorabile, per episodi di malcostume politico, gli stralci furono esitati dal consiglio.
Nel frattempo, e siamo già all’inizio degli anni ’90 si pone il problema di una revisione del P.R.G., che è con i commissari che governano Bagheria dal 1993 al 1995, che si concretizza con gli incarichi all’Università e all’architetto Leone di cui dicevamo all’inizio.
Questo Piano adottato dalla seconda gestione commissariale seguita allo scioglimento dell’amministrazione di Giovanni Valentino, viene approvato con decreto dell’Assessorato al territorio nella primavera del 2002, sindaco Fricano, anche stavolta con stralci significativi.
Una zona a sud est dell’Autostrada, un’altra nella zona di Villarosa, e un’altra ancora a ridosso di Via Mattarella, nel quartiere Casaurro-Coglitore.

Modifiche e rielaborazioni, dichiarazione di incompatibilità dei consiglieri, che costrinse l’Assessorato alla nomina di un commissario per la riadozione del piano, esame dei ricorsi, hanno fatto slittare i tempi per la definitiva approvazione.
Oggi sono trascorsi i 270 giorni entro cui l’Assessorato regionale al Territorio avrebbe potuto eccepire alcunché.

Di fatto oggi l’intero territorio è normato da previsioni urbanistiche certe
, che potranno consentire di dare risposte occupazionali nell’edilizia e nell’artigianato indotto.
Nel momento in cui il consiglio, così come previsto nell’o.d.g. di queste ultime sedute esaminerà la scadenza e il rinnovo dei vincoli discendenti dalle previsioni di piano potremo scrivere almeno per qualche anno la parola fine sull’argomento.
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.