Tutti insieme, contro logica, buonsenso e trasparenza

Tutti insieme, contro logica, buonsenso e trasparenza

cronaca
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Saranno i carabinieri quasi certamente a dovere stabilire se le procedure che hanno portato alla nomina degli scrutatori per il referendum del 21 giugno sono legittime, e se sono state rispettati tutti i passaggi che in questi casi la legge prevede a garanzia dei cittadini, se, come pare accertato, una denuncia è stata presentata alla locale caserma dei Carabinieri
da un gruppo di cittadini, convinti che siano stati violati le norme di legge oltre che i principi di legalità e trasparenza.
Ci sarà da ricostruire esattamente cosa avvenne quella mattina di lunedì 1 giugno: se, come sostengono alcuni cittadini e alcuni testimoni, la commissione elettorale si è di fatto riunita a porte chiuse, contravvenendo quindi alla legge, e dando poi corso alla pubblicazione degli elenchi o se, come ribadiscono due membri della Commissione, Lima e Bartolone, si è trattato di un primo incontro informale, e che la prima pubblicazione degli elenchi sia nata in seguito ad un equivoco con gli impiegati dell'ufficio.
Comunque sia, si rimane stupiti di fronte alla testardaggine
con cui sfidando una parte consistente dell’opinione pubblica, la ricaduta negativa di immagine sull’amministrazione, ma in questo caso, lasciatecelo dire, sull’intera classe politica, Biagio Sciortino, il suo “uomo di fiducia”, come ha definito il vicesindaco Passarello all’atto della nomina, gli assessori della sua giunta, i consiglieri, i responsabili di partiti importanti e di piccoli gruppi civici, continuano a portare avanti questa sorta di braccio di ferro contro il buon senso e contro le corrette pratiche di trasparenza.

E’ vero, la legge è chiara: dà alla Commissione elettorale il potere di nomina degli scrutatori; quindi a meno che non siano state violate, come qualcuno sostiene, le norme di legge, che, ricordiamolo, non sono affatto formali, sulla pubblicità della seduta, i componenti la Commissione, Angelo Bartolone, Francesco Lima e Ciro Viscuso, presidente il vicesindaco Passarello, non hanno commesso alcun reato raccogliendo con il sistema “democratico” dei “pizzini”, le indicazioni di sindaco, assessori, consiglieri, funzionari e quant’altro, e pubblicando un elenco che però, quanto a trasparenza, fa pensare al gioco delle tre carte nelle feste paesane.
Ma non è solo questo il problema: il problema è che di fronte ad una opinione pubblica allertata, ad una diffusa crisi di fiducia nelle istituzioni in generale e di questa amministrazione in particolare, una classe politica meno sorda, avrebbe rinunciato a questo “privilegio” di nomina clientelare e utilizzato sistemi più limpidi.

Così non è stato. Perché ?


Siamo portati a pensare che ci sia una sottovalutazione colpevole del ruolo e della funzione della pubblica opinione, ed un sostanziale disprezzo dei “media” (che si manifesta in tanti altri modi), anche da parte di quei partiti e di quelle forze politiche, dalle quali sarebbe legittimo attendersi un richiamo alle regole.

Invece non abbiamo letto, (a parte un paio di commenti di Beppe Zaso di S.D. sui siti on line), di alcuna presa di distanza di consiglieri o di responsabili di gruppi, movimenti e partiti da questa pratica deteriore, un tempo tollerata e accettata ed ora non più, tant’è che altre amministrazioni del circondario procedono al sorteggio.

Non è certo la vicenda più grave: ci sono altre questioni che magari sfuggono all’attenzione dell’opinione pubblica, e che evidenziano una condotta “disinvolta”, di politici e amministratori.

Però nel suo piccolo è esemplare.

L’altra considerazione, è che, per chi guardi a queste vicende con un minimo di distacco, si ha l’impressione che la nostra classe politica e dirigente, sia ormai, come si suol dire, arrivata alla frutta, vittima di una sorta di “cupio dissolvi”, perchè perennemente circondata da corifei, clienti, yesman, postulanti, consulenti, aspiranti che fanno perdere al politico la percezione del mondo reale, fatto di persone vere in carne ed ossa con il loro problemi, i loro bisogni, la loro dignità e la loro umana indignazione.
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