Pronto Soccorso addio? Come stanno veramente le cose?

Pronto Soccorso addio? Come stanno veramente le cose?

cronaca
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Sono in tanti a chiederselo dopo l’arrivo della circolare del Servizio 6 ( Programmazione Emergenza) dell’Assessorato regionale alla Sanità; e l’allarme è già scattato. Di cosa si tratta?
Semplice: sotto un apparentemente sensato e banale spostamento di una ambulanza per l’emergenza,
si può celare qualcosa di molto diverso, che può portare di fatto alla chiusura o comunque alla inoperatività del P.T.E, ovvero Presidio Territoriale d’emergenza, per dirla in breve di quello che chiamiamo Pronto Soccorso.

La circolare dispone che l’unica ambulanza del Distretto attrezzata per la rianimazione, ( le altre due utilizzate per il solo trasporto sono dislocate a Ficarazzi e Casteldaccia), che di solito staziona a Santa Flavia e che ha sempre a bordo un medico rianimatore e due infermieri di esperienza prelevati da elenchi di disponibilità forniti dagli ospedali cittadini( quindi gente con esperienza di reparti di emergenza o di chirurgia ecc)., questa ambulanza, ripetiamo, viene a partire dal 1 Settembre “stanziata” a Bagheria; la circolare dispone altresì che il personale medico e paramedico impegnato nell’ambulanza, attualmente in carico al servizio del 118, debba essere invece messo a diposizione dallo stesso P.T.E.
Apparentemente una scelta logica e di buon senso.

Quali sono invece i problemi che nascono dalle predette disposizioni?
Vediamoli subito.

Vuol dire semplicemente che nella eventualità di una emergenza il medico che si trova di guardia al Pronto Soccorso deve di volta in volta valutare la necessità di accompagnare il paziente in ambulanza nelle Aree di Emergenza cittadine.

In poche parole deve allontanarsi dal proprio posto di lavoro e lasciarlo anche se temporaneamente scoperto, perchè non sempre ci sono due medici di turno al Pronto Soccorso, per malattia ferie festività e quant’altro.

E anche nella eventualità che il medico fosse già impegnato in un intervento, dovrà valutare se sia opportuno continuare ad assistere il paziente che ha fatto ricorso alle cure del P.T.E. oppure lasciarlo per accompagnare il paziente con l’ambulanza a Palermo.
Ora si comprende come queste eventualità metteranno i medici in una situazione di grave imbarazzo e disagio, e di fronte ad una decisione che potrà non essere quella più giusta, ed esposti anche alle proteste più o meno legittime dei parenti dei pazienti.

Ma questo non è l’unico problema: si può rispondere che le guardie dovranno sempre prevedere due medici di turno; ergo il problema è risolto.

Non è così. Ed il personale infermieristico ? dove li va a trovare il P.T.E. gli infermieri di comprovata esperienza per metterli sull’ambulanza a due per turno.

Di fatto è impossibile già oggi, per lo scarso numero di infermieri, riuscire a coprire i normali turni del Pronto Soccorso; qualcuno tra breve andrà in pensione ed il problema sarà di fatto irrisolvibile; a meno di non costringere a salire sull’ambulanza di rianimazione, che, ricordiamolo, si può trovare ogni giorno di fronte a situazioni critiche, infermieri che da sempre sono adusi ad assistere gli specialisti nelle visite del Poliambulatorio.

C’è un ultimo e non secondario problema: l’ambulanza stazionava a Santa Flavia per il semplice fatto che ci sono i locali in grado di alloggiare il personale di una ambulanza di rianimazione, in media cinque-sei persone tra autista, barellieri, medico rianimatore e infermieri.
Dove sono gli spazi al pronto soccorso di Bagheria per alloggiare queste persone? Cosa faranno? staranno a dormire o ad aspettare le chiamate dentro le ambulanza?
Anche per questo aspetto la circolare sembra fatta in maniera superficiale e un pò cervellotica.

Naturalmente, come dicevamo, l’allarme è già scattato: tra il personale del P.T.E. e del Distretto, ma anche tra le forze politiche e sociali che vogliono continuare a difendere questo minimo di presidio sanitario del territorio che , molto impropriamente, ci ostiniamo a chiamare Pronto Soccorso.
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