Ancora senza perchè la morte improvvisa di Antonino Urzì

Ancora senza perchè la morte improvvisa di Antonino Urzì

cronaca
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Solo martedì sarà effettuata l’autopsia sul corpo del ventiduenne Ninni Urzì, morto nella mattinata di domenica a Bagheria, dopo un malore e l’immediato ricovero al pronto soccorso di Bagheria, considerato peraltro che il giovane abitava con la famiglia in Via Saffo, ad un centinaio di metri dal Presidio territoriale di emergenza.


Questo allungamento dei tempi si sarebbe reso necessario, per consentire al magistrato che si sta occupando del caso, il p.m. Carlo Marzella, di interrogare oltre che i familiari del giovane, per ricostruire gli eventi delle ultime settimane, anche i sanitari che lo hanno avuto in cura.

Se emergessero, come pare, eventuali profili di responsabilità penale dei sanitari, sarebbe necessario, cosa che il p.m. starebbe facendo in queste ore, inviare agli interessati informazioni di garanzia, perché possano nominare un loro perito di parte durante l’adempimento istruttorio dell’autopsia.

In queste ore tantissimi ragazzi, che conoscevano Ninni, amici e parenti si stanno stringendo accanto ai genitori straziati dal dolore.

Trovano intanto conferma le notizie che avevamo già dato ieri, e cioè che il giovane nelle ultime settimane avesse febbre alta e nausea, e che nelle richiesta di visita al pronto soccorso del Policlinico di Palermo, niente aveva allarmato o allertato i medici, al punto da consigliare un ricovero: ogni volta venivano prescritte terapie sintomatiche che non risolvevano il problema.

Pare che per la giornata di oggi, lunedì 21 settembre, fosse stato programmato un ricovero in day hospital.
Sino al sabato precedente il giorno della morte, Ninni Urzì era stato accompagnato dai familiari al Pronto Soccorso del Policlinico, da cui era tornato alle due di notte.
Niente che facesse sospettare ai medici, che il ragazzo stesse sviluppando una patologia che avrebbe avuto di là a qualche ora una evoluzione così rapida e tragica.
Superficialità, sottovalutazione, oggettive difficoltà diagnostiche?
Qualcuno ha ipotizzato una patologia infettiva o di natura virale fulminante: ma sono soltanto ipotesi.

Si moltiplicano però i casi di cosiddetta “malasanità”, ma dovuti in realtà alla riduzione di presidi sanitari, alla riduzione di personale specialistico anche nelle strutture mobili di emergenza, il 118, e che comporta carichi di lavoro non sostenibili, in specie nei Pronto Soccorso degli Ospedali cittadini, che troppo spesso vedono i medici liquidare sommariamente pazienti che avrebbero avuto bisogno di ben altra attenzione e cure.

La verità è che negli ultimi tempi nella sanità siciliana, con il giusto obiettivo di ridurre le spese, si sono sino ad ora drasticamente, e purtroppo anche drammaticamente, ridotti i livelli e la qualità di assistenza e di salute che i cittadini ricevono dalle strutture preposte.

Ed è questo un discorso che le istituzioni e l’assessore alla Sanità Russo non possono più ignorare.

Non è possibile, non possiamo accettare, che nel nostro paese, nel 2009, nel giro di qualche settimana un bambino di dieci anni e un giovane di ventidue anni, come è accaduto ieri, muoiano così all’improvviso, senza un perchè, dopo essere stato visti e rivisti, e si pensa anche visitati da tanti sanitari.

Le notizie che stanno ogni giorno sui giornali, da Mazzarino a Messina sino a Bagheria, testimoniano di come la inadeguatezza delle strutture e del personale stia penalizzando gravemente i siciliani.

L’assessore non può restare a guardare, e parlare solo di tagli di spesa.
C’è qualcosa che evidentemente non funziona come dovrebbe, ed occorre avere il coraggio di affrontarla.

 

Antonino Urzì

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