Piazza Messina e Butifar: un simbolo di rottura con un certo passato

Piazza Messina e Butifar: un simbolo di rottura con un certo passato

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 Breve e commovente cerimonia stamane a Bagheria alla scopertura della lapide, che ricorda il sacrificio del maresciallo S.Messina e dell’appuntato F.Butifar, ai quali è stata intitolata la piazzetta antistante Villa Trabia, a poche decine di metri dal luogo dove esattamente sessanta anni fa,

diedero la loro vita per tutelare legalità (erano alla ricerca di un carretto rubato i due militi, che pare fosse stato colà nascosto) in un territorio in cui, molto più che oggi, allignava la violenza, l'omertà e la mafia.

I colori della fanfara dei carabinieri, le associazioni combattentistiche e  d’arma, il rigido protocollo del picchetto d’onore che ha reso gli onori al comandante provinciale dei carabinieri Teo Luzi, i gonfaloni dei comuni, i sindaci con la loro fascia tricolore, il palco allestito all’uopo per le autorità, hanno reso solenne e suggestiva una giornata che onora Bagheria.

E’ vero, tanta acqua è passata sotto i ponti dopo quel 28 Novembre del 1949, quando la popolazione sia pure indignata per l’efferato crimine, non diede però alcuna collaborazione alle forze di polizia per fare catturare due degli assassini di cui non si seppe più nulla, mentre il terzo ferito era stato catturato subito dopo, sotto il letto di una abitazione contigua alla stalla in cui era avvenuto l’eccidio.

Tante come dicevamo le autorità: Il Procuratore generale, L. Croce, il Procuratore capo F. Messineo, il presidente della Corte d'Appello C.Vincenzi, i responsabili provinciali della Guardia di Finanza, generale di brigata Carlo Picozzi, il comandante della Capitaneria di porto di Palermo, il componente della Corte costituzionale Francesco Gallo, il dirigente del Commisssariato Luca Salvemini, ed oltre a Biagio Sciortino i sindaci di Misilmeri, Casteldaccia, Ficarazzi, e quelli di Delia (CL) dove era nato l’appuntato Butifar, ( il più bello di noi sette, come diceva uno dei fratelli Butifar ancora vivente e presente alla cerimonia come altri familiari), e quello di Mistretta (ME) , paese di origine di Rosa Di Salvo, la vedova del maresciallo Messina, scomparsa il 1 Luglio dell’anno scorso a 87 anni, che purtroppo non è riuscita a vedere questo bel momento di riconciliazione in cui Bagheria ha onorato il marito.

Tanti i consiglieri comunali e assessori, tanti bambini delle scuole con le loro bandierine tricolori, e tanta gente comune.


 Brevi e concisi gli interventi del sindaco, del colonnello Teo Luzi e di Padre La Mendola che ha benedetto la lapide: perfetta la regìa dell’evento curata sin nei minimi dettagli dal maggiore, comandante la compagnia dei CC di Bagheria, Francesco Tocci.

Ed il momento più toccante è stato proprio quando, prima della scopertura della lapide, il maggiore Tocci, ha letto le motivazioni della intitolazione della piazza , rievocando la cronaca della tragica vicenda.
 Poi al comune nella stanza del sindaco, per interventi a braccio di Sciortino, e dei due magistrati Croce e Messineo, e del colonnello Teo Luzi.


E’ stato quest’ultimo che, senza però voler fare polemiche, ha però ricordato e sottolineato l’impegno della magistratura palermitana, il cui lavoro, ha detto il comandante provinciale, va molto spesso al di là di quanto da loro ci si potrebbe e dovrebbe aspettare.
La presenzadei magistrati nei convegni e nelle scuole, ha sottolineato Teo Luzi, quasi a voler rimarcare la consonanza di intenti con la magistratura palermitana, per ora sotto attacco, avviene al di fuori dei normali orari di lavoro, quando alcuni magistrati proprio perché ci credono profondamente si impegnano nella società per difendere e diffondere la cultura della legalità.

 

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