I 70 anni di Padre Salvatore Lo Bue, fondatore della "Casa dei giovani"-di Angelo Gargano

I 70 anni di Padre Salvatore Lo Bue, fondatore della "Casa dei giovani"-di Angelo Gargano

cronaca
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Bagheria 1 Novembre 2011 - Sono stati momenti di forte emozione collettiva, allorchè sullo schermo tv della sala conferenze della "Casa dei giovani"

scorrevano le immagini del percorso religioso e di impegno sociale, che hanno visto protagonista don Salvatore Lo Bue, che proprio lunedì 31 ottobre ha tagliato il traguardo dei '70 anni.

Un centinaio di collaboratori, di operatori dei centri di accoglienza e di recupero, di ospiti di altri tempi della "Casa dei giovani", ma anche di semplici amici, hanno voluto riservargli  una straordinaria sorpresa, consumata con la benevola "complicità" dei suoi collaboratori più diretti che lo hanno attirato nella "trappola" come lui l'ha affettuosamente definita.

Non ama le celebrazioni, don Salvatore, ma vedersi circondato all'improvviso da tutta quella gente, dai bambini soprattutto che con i loro cartelli che componevano la scritta "auguri" lunedì pomeriggio alla "Casa dei giovani", lo ha ammorbidito e fatto commuovere.

Ma sono state soprattutto le immagini, le vecchie foto soprattutto, che documentavano trenta anni di entusiami, di sacrifici, di delusioni, di vittorie ogni volta che uno dei "ragazzi" portava a termine il suo percorso di recupero e tornava alla vita normale, ma anche di sconfitte, perchè tali erano gli "abbandoni" di quanti non ce l'hanno fatta.

Sulle note del "Va pensiero" vera metafora di una vita, prima le immagini dell'ingresso in seminario nel 1967 e poi l'ordinazione sacerdotale.

A Roma docente di teologia, e poi di nuovo a Bagheria ad  iniziare "l'impresa", in una terra che all'inizio degli anni '80 vedeva una mafia violenta, assassina, che preparava nei laboratori bagheresi e trafficava sostanze di morte, l'eroina, prima fra queste.

Ed i primi difficilissimi passi, quando nessuno voleva affittare una casa, un terreno a chi proponeva a tanti giovani che cercavano di fuggire da se stessi, una strada per ritrovarsi ed uscire dal tunnel della droga.

Fu allora Nino Cirrincione, imprenditore  e comunista, a mettergli a disposizione il terreno su cui oggi sorgerà la Casa dei giovani, e questo padre Lo Bue lo ha ricordato con le lacrime agli occhi, davanti alla bara  di Nino Cirrincione quando quest'ultimo solo qualche mese fa ha lasciato questa terra.

Ed inizia una vita fatta di rincorse: sistemare l'area , costruire locali e capannoni, realizzare un passo dopo l'altro tutto quello che è oggi la "Casa dei giovani", con l'aiuto e la generosità, ed anche questo va detto di partiti, associazioni, imprenditori e negozianti, i quali diedero qualcosa: chi un contributo, chi le sedie, chi le porte, chi una cucina, chi un televisore.

E poi via via, nelle immagini  che catturano i presenti la "Casa dei giovani"che si fa più grande e che si moltiplica: nuovi centri di accoglienza a Castelvetrano e centri di recupero a Mazara del Vallo, a Maratea in Calabria, a Monopoli in Puglia.

E sempre antichi casali, vecchie stalle abbandontae che tornano a dare asilo e  assistenza a quei ragazzi che avevano perso il filo della loro vita, e che spesso colà lo ritrovano.

Gli incontri istituzionali, i presidenti di Regione, i cardinali, gli altri "guru" dei centri di accoglienza e recupero del tempo: Muccioli, Don Picchi, Don Mazzi e tanti altri.

Una breve intervista, che ci ha rilasciato proprio qualche giorno fa, a chiudere questa rassegna struggente di immagini in cui ci sono storie umane e di vita, alcune al di la dell'immaginabile, che andrebbero documentate e diffuse per far conoscere ai più giovani come questa città, terra di mafia, ha saputo far crescere una realtà che, grazie oi sacrifici, all'impegno, alla dedizione di tanti, è stata l'antitesi della mafia, e cosa nostra l'ha combattuta davvero, minandone gli interessi.

Ed infine le immagini che raccontano dei beni confiscati a cosa nostra, riusati e fatti rinascere come gli uliveti di Castelvetrano nelle terre confiscate a Riina e Messina Denaro, superando  minacce e attentati.

A chiusura un applauso interminabile ed il regalo di compleanno, e poi il rinfresco e il brindisi.

Anche da noi di Bnews, auguri Padre.

Angelo  Gargano

 

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