E Massimo Giletti su Rai 1 torna sulla vicenda di Michele Aiello

E Massimo Giletti su Rai 1 torna sulla vicenda di Michele Aiello

cronaca
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Domenica 20 maggio il conduttore dell'Arena, Massimo Giletti, il contenitore di informazione all'interno del programma domenicale di RAI uno  Domenica in...è tornato a parlare dell'ingegnere bagherese Michele Aiello, già titolare della clinica Santa Teresa, e condannato per mafia.

Ha colto l'occasione durante la presentazione di Claudio Martelli, già vicesegretario del PSI e ministro della Giustizia, e rivolgendosi direttamente al Ministro della Giustizia, Paola Severino, ha ricapitolato la vicenda aggiungendo alcuni "imbarazzanti" particolari.

Ricorderanno gli ascoltatori - ha detto Giletti- che Michele Aiello aveva ottenuto un differimento della pena, (sta infatti scontando una opena di 14 anni di reclusione n.d.r.) e quindi la concessione della detenzione a domicilio, per un grave problema di favismo, incompatibile stando alla sentenza dei giudici di sorveglianza dell'Aquila con lo stato di detenzione carceraria che prevedeva nella dieta "abbondanza" di fave e piselli.

A questo punto il conduttore ha tirato fuori una serie di notizie di cui -ha detto- mi assumo la piena responsabilità, perchè rigorosamente verificate.

In poche parole l'ing. Aiello, stando a quanto ha detto Giletti, in carcere non si faceva mancare proprio nulla.

Ha proseguito infatti Giletti: " Ci risulta che Aiello, abbia speso da 80 a 100 euro la settimana per farsi arrivare in carcere cibi di vario genere, dalla cioccolatta al prosciutto ai gamberetti, dalle lenticchie al pesce fresco ben confezionato; non solo - ha proseguito Giletti- ma l'ingegnere Aiello che sappiamo soffre di una patologia polmonare si farebbe recapitare in cella sigari, e quattro o cinque pacchetti di sigarette a settimana."

Per questo - ha concluso Giletti - chiediamo ancora una volta al ministro della Giustizia Paola Severino che sinora non ci ha degnato di una risposta di far sapere agli italiani, su come stanno veramente le cose circa una decisione che a dire il vero ha suscitato parecchie perplessità non solo nell'opinione pubblica, ma anche e soprattutto tra gli addetti ai lavori.Aspettiamo quindi una risposta.

Non sono infatti sfuggite sull'argomento le dure prese di posizione di Nino Di Matteo, della Direzione Distrettuale antimafia e di altri esponenti della magistratura