Ancora l'anonimo napoletano ha consentito il sequestro dell'hashish e l'arresto di Tutino?

Ancora l'anonimo napoletano ha consentito il sequestro dell'hashish e l'arresto di Tutino?

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Negli ultimi diciotto mesi sono ormai una decina  i carichi di droga di vario tipo, hashish e cocaina soprattuttto, che, a colpo sicuro, prima la polizia ed ora i carabinieri, hanno sequestrato sull'asse Napoli-Palermo, e quasi tutti, guarda caso in vicinanza dello svincolo autostradale di Bagheria o nel tratto di autostrada tra Bagheria a Palermo.

Non possono considerarsi casuali questi sequestri che ormai superano la tonnellata di peso e svariate decine di milioni di euro di valore al dettaglio.

Nei precedenti sequestri la polizia ha sempre parlato di una telefonata anonima di un uomo dall'inconfondibile accento napoletano che, con dettagli molto circostanziati, segnala la presenza di droghe in furgoni, camion o van per il trasporto di cavalli, come in questo caso

Stavolta a cadere nella rete un bagherese, Giacinto Tutino, commerciante di 56 anni, già noto alle forze dell'ordine per precedenti di reati contro il patrimonio e chiaccherato come vicino ad ambienti mafiosi: un suo familiare, Onofrio Tutino era caduto assieme a Bartolomeo Scaduto sotto  i colpi del piombo mafioso già nel maggio del 1989, mentre prendevano il gelato davanti al Bar Aurora: in quell'occasione fu coinvolto e ferito un bagherese, Carmelo Valenti, colpevole soltanto di trovarsi a quell'ora, era il primo pomeriggio, davanti al bar.

La settimana successiva, in quel clima di violenza, (erano stati una decina i morti ammazzati a Bagheria tra marzo e maggio), si votò per il rinnovo del consiglio comunale, malgrado alcune voci si fossero levate per chiedere il rinvio delle elezioni.

Non è servito al Tutino neanche lo stratagemma di nascondare la droga nell'intercapedine del mezzo e di cercare di confondere le tracce trasportando a vista una grande quantità di letame, per confondere eventualmente il fiuto dei cani.

La soffiata anonima era stata troppo precisa e circostanziata e questo ha spinto i carabinieri ad approfondire le ricerche, smontando l'automezzzo e rinvenendo la droga.

Si conferma un legame tra trafficanti napoletani, (il "Cartello di Scampìa", lo definiscono gli inquirenti, dalle modalità di confezionamento della droga), e trafficanti palermitani: un legamo sempre esistito e sempre solido che ha retto almeno negli ultimi quaranta anni.

nella foto di copertina  immagine di repertorio

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