I fasci siciliani: una pagina importante della storia della Sicilia

I fasci siciliani: una pagina importante della storia della Sicilia

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Su iniziativa del Lions Club Bagheria, nell’ambito degli “incontri del sabato”, si è dibattuto, sabato 25 ottobre, su una pagina di storia poco conosciuta, anche se sulla stessa esiste una bibliografia di circa cinquecento titoli: I Fasci siciliani, esperienza civile e politica riformatrice ed uno dei primi passi della democrazia in Italia, conclusasi con il processo-farsa del 1894.

L’incontro ha avuto luogo nella sala, messa a disposizione dal Comune di Bagheria, dell’ex teatro, ed ancor prima cappella, di Villa San Cataldo, posta all’ingresso del magnifico parco settecentesco, ed ha visto quali relatori Rino Messina, magistrato, autore di una accurata pubblicazione sull’argomento, e Amelia Crisantino, insegnante di storia e collaboratrice del quotidiano “La Repubblica”. Ha moderato gli interventi Stanislao Saeli, magistrato. Era presente l’Assessore alla Cultura, ai Beni Culturali e Pubblica Istruzione del Comune di Bagheria Rosanna Balistreri.

Dopo il saluto del Presidente del Lions Club Leoluca Liggio ed un breve intervento dell’Assessore Balistreri, si sono susseguiti gli interventi dei relatori sollecitati dal moderatore, nel corso dei quali è emersa la realtà sociale della Sicilia di fine Ottocento, la miseria e lo sfruttamento del proletariato e degli operai, con la conseguente nascita di movimenti volti al miglioramento delle condizioni di vita.

Nel 1894 i Fasci siciliani hanno due anni di vita, sono in numero di 175 e accolgono ben 70.000 aderenti, di cui circa l’80% contadini, e portano avanti rivendicazioni organiche esprimendosi in forme sindacali organizzate, anche se si verificano assalti al dazio, saccheggi ai municipi e distruzione di archivi comunali.

Il processo che segue alla proclamazione dello stato di assedio, voluto dal Presidente del Consiglio Francesco Crispi, è un mostro giuridico, con il corpo giudicante e l’accusa condizionati in modo irreversibile dalla politica, che si conclude con una sentenza di condanna al massimo delle pene allora previste.

In chiusura, numerosi gli interventi del folto pubblico presente in sala.

 

Stefano Battaglia
 

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