Bagheria, l'architettura e la barbarie - di Antonio Belvedere

Bagheria, l'architettura e la barbarie - di Antonio Belvedere

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Sabato 28 Maggio a partire dalle ore 18:30 alla Galleria Drago artecontemporanea in via Prigione 5 a Bagheria, Barbara Lino ed Emanuele Tornatore presentano l’ultimo libro di Antonio Belvedere“Quando costruiamo case, parliamo, scriviamo. Vittorio Ugo Architetto” (Officina Edizioni, 2015).

 

BAGHERIA, L'ARCHITETTURA E LA  BARBARIE di Antonio Belvedere

“[...] Ognuno è padrone di chiudere la radio e disertare i concerti, di aborrire il cinematografo e il teatro e di non leggere un libro, ma nessuno può chiudere gli occhi di fronte all’edilizia che forma la scena della vita cittadina e porta il segno dell’uomo nella campagna e nel paesaggio.... Il disinteresse del pubblico per l’architettura non può essere tuttavia considerato come qualcosa di fatale ed inerente alla ‘natura umana’ o alla natura della produzione edilizia.....Ci sono senza dubbio delle difficoltà obiettive , e c’è una incapacità da parte degli architetti, degli storici dell’architettura e dei critici d’arte a farsi portatori del messaggio edilizio, a diffondere l’amore per l’architettura nella massa per lo meno delle persone colte”.

Cosa è cambiato dal 1948 – anno in cui Bruno Zevi pubblicava per la prima volta il suo celeberrimo 'Saper vedere l’architettura' ? Non molto, probabilmente.

E tuttavia l’architettura rimane una questione che investe tutti e che travalica i confini delle competenze disciplinari.

Per questo mi fa particolarmente piacere presentare questo mio nuovo libro dedicato all’architetto Vittorio Ugo a Bagheria, a venti anni di distanza da quello dedicato alla villa Cutò, che molti sicuramente ricordano. Nata all’ombra della “grande architettura” di quelle grandi ville, da tempo Bagheria, come molte altre città, si dibatte in una penosa assenza di architettura, di pensiero costruttivo, di bellezza. L’architettura, aveva scritto Mies van der Rohe, inizia quando due mattoni sono accostati l’uno all’altro con cura.

Nella tradizione classica mediterranea l’architettura è ordine, armonia, cura del dettaglio, relazione delle parti con il tutto. Nella situazione caotica delle nostre città, queste nobili tradizioni sono state travolte. Non senza gravi corresponsabilità degli architetti e delle scuole di architettura. Sul finire degli anni Cinquanta, quando questa barbarie distruttiva comincia a manifestarsi, Vittorio Ugo è un giovane allievo della facoltà di architettura di Palermo, creata all’indomani della guerra. I suoi esordi, cosi come accade per molti altri architetti di quella generazione, sono segnati da un profondo interesse per l’urbanistica, disciplina giovane che attrae i giovani, desiderosi di impegnarsi nella ricostruzione del Paese.

La sua vicenda personale e professionale è occasione per riflettere sul rapporto tra architettura e politica, scienza urbana e destino delle città.

Emblematica appare oggi la scelta di rinunciare all’attività professionale di architetto, urbanista e designer per dedicarsi interamente alla scuola, puntando sul futuro e sulla formazione dei giovani: “Quando costruiamo case, parliamo, scriviamo” ripercorre la biografia umana e professionale di un maestro animato da grande passione, rigore, coerenza.

Ne discuterò Sabato 28 maggio, alla Galleria Drago di Bagheria, con due amici: Barbara Lino, urbanista e Emanuele Tornatore, archeologo. Cosa c’entra l’archeologia? C’entra, c’entra, vedrete. Venite a trovarci !

Antonio Belvedere

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