Giovanni Leto - Orizzonte in orizzonte, 1985/2016 - di Giusi Buttitta

Giovanni Leto - Orizzonte in orizzonte, 1985/2016 - di Giusi Buttitta

cultura
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A partire da sabato 3 dicembre 2016 alle ore 18.00, alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento, si potrà visitare la retrospettiva di Giovanni Leto dal titolo Orizzonte in orizzonte, 1985/2016, a cura di Lorenzo Bruni.

Organizzata dall’Associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento, la mostra personale, dell’artista – monrealese di nascita e bagherese d’adozione - è costituita dalle opere “pittoriche” più rappresentative realizzate dal 1985 al 2016: dai quadri su tela alle opere su carta, dagli interventi scultorei con pagine di giornali ai libri d’artista. Oltre all’installazione inedita “Spazio (Orizzonti)” 2016.

Il percorso espositivo procede a ritroso dal suo ultimo quadro dal titolo “Orizzonte bianco” del 2016 fino ai suoi lavori storici del 1985. Il punto di arrivo in mostra è costituito dalle opere del 1985, anno in cui Leto adotta per la prima volta la carta di giornale.

L’uso della carta con tutta la sua valenza simbolica che si porta dietro può condurre alla conclusione, quasi conseguenziale, che Leto con il suo lavoro vada “oltre la pittura”, ma questa risulta una determinazione errata nella sua essenza, dato che, malgrado l’artista utilizzi la carta o altri materiali, la sua rimane “pittura” nel suo significato più intrinseco.

Nell’opera di Leto quello che viene fuori prepotentemente è l’intelligenza, quasi fosse questa il primo materiale su cui e con cui lavorare. Attraverso una “nuova” geometria occupa uno spazio visivo dentro il quale l’elemento evocativo e la dimensione “reale” delle opere si alimentano vicendevolmente. Diremmo quasi in un alternarsi di sinergie ed energie.

L’uso di un certo tipo di materiali in Leto va ben oltre una catalogazione tecnica che lo inchioda dentro categorie (arte povera o altro), ma piuttosto quest’uso serve a definirne una sua poetica, un suo universo, dentro il quale si sviluppa un linguaggio proprio, originale, alto.

Per esempio, manipolare la carta per Giovanni Leto non è mai un modo di lavorare con un’idea di riciclo, quasi come simbolica rielaborazione dello scarto, della rielaborazione della “materia carta” abbandonata come rifiuto, ma è una maniera per raggiungere il nocciolo della materia, rappresentarne il suo peso specifico, farsi carico delle possibilità e delle potenzialità nell’assecondare le pulsioni creative dell’artista.

La mostra di Leto rappresenta un’occasione per un viaggio nei meandri di una nuova visione dello spazio, del tempo, della materia; la possibilità di porsi all’interno di un osservatorio diverso che apre prospettive e rivoluziona.

Il catalogo ragionato, che viene pubblicato appositamente per questa occasione dall’Edizione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento, permette di indagare da punti di vista differenti il lungo percorso introspettivo che Leto ha intrapreso tra il mezzo della pittura (il colore) e il medium della comunicazione di massa (la carta stampata). Il libro, oltre al testo critico di Lorenzo Bruni, contiene una selezione di scritti storici sul suo lavoro che vanno da quello di Vittoria Coen del 1990 a quello di Enrico Crispolti del 2003, da quello di Filiberto Menna del 1989 a quello di Davide Lacagnina del 2004.

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