Giorgio Castriota e il "Codice Kavad"- di Giuseppe Gargano

Giorgio Castriota e il "Codice Kavad"- di Giuseppe Gargano

cultura
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Se un individuo cresce senza legami con il passato , è come se fosse nato senza occhi ed orecchie e tentasse di percepire il mondo esterno con esattezza. E’ come mutilarlo.
Carl G. Jung

La ricerca della parola perduta e l’impossibilità di una verità unica ed assoluta conducono per mano il lettore del “Codice Kavad” attraverso un viaggio di quasi tre secoli, descrivendo un ondata migratoria, poco trattata dagli storici, dalla Grecia e dall’Albania, che per dimensione e carattere, ha comportato una tragedia assai vicina alla shoah ebrea ed alle persecuzioni contro il popolo armeno e curdo. Popoli che per primi in Europa subirono la ferocia di un islam intransigente e militarmente onnipotente, è solo grazie al poco noto Giorgio Castriota Scandeberg che oggi Roma non è musulmana.
Attraverso Giorgio Gemisto detto Pletone, grande estimatore della dottrina persiana, che riteneva fonte principale di una sapienza solare antichissima, di una tradizione che collega i Magi ai Brahmani e che Pitagora rivelò all’Occidente. Il movimento umanista e rinascimentale italiano fu certamente innescato da Giorgio Gemisto; lo stesso Cosimo dei Medici ne fu fortemente influenzato e grazie a lui entrò in possesso dell’edizione completa delle opere platoniche e del Corpus Hermeticum, iniziando l’ambizioso progetto di fondare nella propria città un accademia di studi platonici ed ermetici. Lo stesso Giordano Bruno, l’incarnazione del rinascimento italiano, non fu per niente immune dalla contaminazione pletoniana.
Una lettura affascinante dalla mano di un uomo, Giovanni Cavadi, di una cultura fuori dal comune, che in prima persona ha vissuto, attraverso la sua famiglia, queste vicende fino all’arrivo a Mezzojuso e che per venticinque anni si è dedicato agli studi storici e antropologici per più di venticinque anni, recandosi in medio ed estremo oriente, alla ricerca delle proprie radici. Un viaggio ancestrale, così come lo definisce lo stesso scrittore, che lega in maniera brillante la storia dell’Europa, portando alla luce personaggi poco noti come il cardinale Cesarini ed altri quasi fantastici come il mitico Vlad III, meglio noto come Drakul Cepelush (il Diavolo Macellaio), passando per gli Unni Bianchi e l’Imam segreto.
Un libro da leggere tutto di un “fiato” tra mazdeismo, zoroastrismo e templari, che porterà il lettore a meditare sui personaggi e avvenimenti minori che hanno fatto la storia silente di un Europa del tardo medioevo.

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