Il GRANDE FRATELLO che è in noi. 1984, di George Orwell - M. L. Florio

Il GRANDE FRATELLO che è in noi. 1984, di George Orwell - M. L. Florio

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La prima che volta che Winston si accorge di Julia la scambia per una spia.
Non è concesso infatti che un uomo e una donna abbiano rapporti al di fuori del Partito o del matrimonio, che è poi solo un dovere sociale finalizzato alla procreazione. La vita è semplice perché già programmata. C’è innanzi tutto il Grande Fratello, che dalla Tv di casa, accesa giorno e notte, spia la vita dei membri del Socing.

C’è il lavoro nei Ministeri, c’è la revisione del vocabolario nella Neolingua, c’è la formulazione del bi pensiero così utile agli slogan del Partito: “La guerra è pace; La libertà è schiavitù; L’ignoranza è forza”. Nelle periferie, invece, ci sono i prolet che vivono nella miseria più assoluta. Su di loro la pressione del partito è minore. “C’erano milioni di prolet per i quali la Lotteria costituiva la principale, se non l’unica, ragione di vita. Vi era poi tutta una cricca di persone che si guadagnavano da vivere vendendo amuleti, sistemi per vincere e pronostici”. Dunque Winston, quando si accorge di Julia, non può assolutamente pensare che lei possa nutrire altro scopo se non quello di accusarlo alla Psicopolizia, la più temibile, poiché si occupa di eliminare tutti coloro che dissentono dalle linee del partito. E che osano pensare liberamente. Il reato più grave. E Winston sa di essere in torto perché ha cominciato a nutrire dei dubbi. Qualche ricordo vago. Forse il mondo non era stato sempre così. Quindi, di soppiatto, ha comprato un quaderno e ha cominciato a scrivere: qualche pensiero, la sera di ritorno dal lavoro.

Ha compiuto sessant’anni 1984 il libro più noto di George Orwell scritto nel 1948 e pubblicato a giugno dell’anno successivo. Un libro che rappresenta, con estrema lucidità, l’annientamento dell’uomo sotto qualunque forma di totalitarismo, la sua estrema solitudine in un mondo diviso e in costante lotta per il potere.
Londra è governata secondo i principi del Socing dall’onnisciente Grande Fratello, ritratto negli enormi manifesti che campeggiano ovunque. Tutti vivono spiati giorno e notte. Winston Smith, protagonista del racconto, lavora al Ministero della Verità dove ogni giorno altera la storia modificando articoli, correggendo libri, riscrivendo documenti che non siano in accordo con le direttive del Grande Fratello. Non è possibile ricordare, pensare. Soprattutto non è possibile amare. E’ per questo che, quando si accorge di Julia, Winston pensa che sia giunta la sua ora. E invece i due si innamorano, semplicemente. E l’amore, che induce all’autenticità e a cercare la verità dentro ognuno di noi, fa sì che i due comprendano l’ingiustizia di un tale regime e diventino membri della Resistenza.

Un finale amaro con il protagonista alle prese con uno spietato inquisitore ci mette, però, di fronte alle nostre più recondite paure. “Il mondo che stiamo costruendo- dice O’Brien- è un mondo fatto di paura e tradimento, un mondo in cui si calpesta e si viene calpestati, un mondo che nel perfezionarsi diventerà sempre più spietato.” Un mondo in cui non esiste più verità, in cui non c’è più spazio per sentimenti che non siano odio e paura, in cui l’anima si prostituisce al più forte e perde il senso profondo del sé. Non è solo il lato oscuro del cuore umano: quello che da un giorno all’altro decretò lo sterminio degli Armeni o degli Ebrei.

E indietro fino a risalire a Caino: tematiche che, da Farenheit 451 di Bradbury ad Una solitudine troppo rumorosa di Habral, costituiranno la trama anche di altri importanti romanzi. E’ qualcosa di più profondo e angosciante. Qui Inquisitore e inquisito hanno un punto di contatto. Ed è questa l’inquietudine più grande, quella che ci assale man mano che arriviamo alle ultime terribili pagine del capolavoro orwelliano. La paura dei nostri limiti, delle nostre viltà. E’ la disarmante paura di quel Grande Fratello che alberga dentro ognuno di noi.



Maria Luisa Florio

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