Gialli fascisti - di Biagio Napoli

Gialli fascisti - di Biagio Napoli

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Fu un fatto di cronaca a determinare l’intervento del regime fascista che portò alla chiusura delle principali collane italiane di polizieschi.


Ecco la testimonianza di Alberto Tedeschi:A Milano alcuni studenti di buona famiglia, a scopo di rapina, penetrarono in una villa, tramortirono la cameriera e riuscirono a razziare qualcosa. Agirono da dilettanti e furono subito scoperti, ma la cosa fece scalpore.
Quando poi si andò a cercare la causa di un fatto del genere si volle attribuire una parte di responsabilità anche all’esempio deleterio dei romanzi polizieschi ai quali i ragazzi si sarebbero ispirati per attuare il loro piano
.”

Nel gennaio del 1942 chiuderanno “I Gialli Economici” della Mondadori; nell’ottobre del 1941 era stata già chiusa la collana “I Libri Gialli” col numero 266 il cui titolo era La casa inabitabile di Ezio d’Errico, il massimo scrittore di romanzi polizieschi, insieme con Augusto De Angelis, fra la seconda metà degli anni trenta e i primi anni quaranta.

Tuttavia a chiudere furono soltanto le collane Mondadori; alcuni editori, in quegli anni cruciali, continuarono infatti a pubblicare romanzi polizieschi senza alcun problema di censura nei loro confronti. E’ il caso delle Edizioni Alpe Milano con le due collane “I Romanzi dell’Asso di Picche” e “I Migliori”. Gli autori dei romanzi infatti o erano vicini al regime o di nazionalità tedesca.

E quelli erano gli anni dell’Asse Roma-Berlino e della guerra. La casa alla frontiera, pubblicato nella collana “ I Migliori” è, ad esempio, un giallo tedesco, neppure tanto malvagio, che narra come il detective di turno venga a capo di un delitto smascherando una gang di contrabbandieri.

Guarda caso i cattivi sono americani e la storia è ambientata al confine tra Stati Uniti e Canada.

Un’altra casa editrice che non chiude i battenti per il genere giallo è la Sonzogno; essa, che aveva già pubblicato polizieschi nelle collane “Romantica Economica” e “Romantica Mondiale”, ne continua ora la stampa nella nuova collana “I Romanzi Gialli e dell’Enigma”. Gioca a suo favore il carattere principalmente avventuroso e rosa delle sue collane. Dell’esistenza di queste collane che non subiscono condizionamenti approfitterà Augusto De Angelis, che fascista non era di sicuro (imprigionato ai tempi della repubblica sociale, quando uscì fu picchiato da un fascista morendo poi per i postumi delle lesioni ), per pubblicare alcuni dei suoi romanzi; lo farà nella collana “I Romanzi dell’Asso di Picche” (L’albergo delle tre rose), ma anche nelle collane citate della Sonzogno (Le undici meno una, La gondola della morte, Le sette picche doppiate, L’impronta del gatto, Curti Bò e la piccola tigre bionda).

Dal 1940 al 1943 saranno poi cinquantatre i romanzi gialli pubblicati dalla casa editrice fiorentina Nerbini nella collana “I Romanzi del Disco Giallo”. Si tratta di una doppia serie che comprende un autore come Romualdo Natoli i cui romanzi sono una glorificazione dell’ideologia nazi-fascista e una giustificazione delle alleanze internazionali di Mussolini, addirittura della guerra e della politica di annessione tedesca.

Natoli dà infatti vita addirittura ad un investigatore di razza ariana, fedele servitore del Terzo Reich, il berlinese Schurke spesso in giro ad aiutare la polizia degli stati di mezza Europa i cui abitanti vengono presentati come soddisfatti dell’occupazione nazista.

Fortemente dichiarato è l’antisemitismo di Schurke (e di Natoli ); a Schurke (che si trova in un quartiere ebreo) “pareva di essere al centro di un brulichio di vermi immondi, perché provava la stessa sensazione di ripugnanza e di orrore che si prova quando si mette la mano sulla carogna di un animale che è già stato visitato da centinaia di parassiti, nascosto tra l’erba e i fiori di un prato” (da Il marchio di Giuda).
E per Schurke “un ebreo è come una macchia d’olio. Se si adopera subito la benzina, vi è qualcheprobabilità di cancellarla, ma quando le si lascia il tempo di incorporarsi, essa ricomparirà sempre, per quanti tentativi si facciano per eliminarla” (da Il mistero del poligono).

Dopo la guerra Romualdo Natoli continuerà a pubblicare romanzi polizieschi; saranno generalmente libri che l’autore ricicla dopo qualche modifica in funzione dei nuovi tempi e, soprattutto, saranno firmati con pseudonimo.
Troppo si era compromesso con il fascismo e, anche se viviamo in un’epoca di ronde verdi e nere, i suoi libri sicuramente non saranno ristampati. Ma sarà poi così?

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