Politica

Circa sei mesi fa dal nulla spuntò la Casa della solidarietà; e come dal nulla spuntò nel nulla sparì.

La ricerca dei locali era rimasta sepolta nella miriade di bandi per ricerca di locali che pubblica questa amministrazione, che non contenta di avere immobili vuoti, inutilizzati o male utilizzati, per i quali si pagano centinaia di migliaia di euro di affitto ogni anno, o anche di proprietà o confiscati, prova sempre, e spesso ci riesce, a fare regalìe agli amici.

Pubblicheremo più avanti l'elenco di immobili e di affitti e di locali confiscati o di proprietà e mandati colpevolmente in malora, per avere il pretesto di affittarne altri.
Intanto occupiamoci della Casa della solidarietà: solito bando, preselezione, soldi destinati, tutto pronto, e quindi con grande spolvero e con "l'azzibbanda" delle interviste televisive viene presentata orsono sei mesi alla città.

Locali adeguati, area condizionata, docce, cucina, stanze da letto per garantire una prima assistenza la notte; la gestione verrà affidata alla Caritas, come dicono all'unisono assessori alla solidarietà entrante e uscente (Filippo Tripoli e Gianfranco Ingrassia) e l'assessore al bilancio Nino Mineo.
Eravamo se la memoria non ci tradisce a febbraio o a marzo: da allora silenzio. Forse che per farla veramente funzionare si attende un clima più elettorale?

Se vi fate a piedi un giro per le strade dietro la Chiesa Madre, dietro le Anime Sante, nell'intorno di Via Ciro Scianna o di Piazza Indipendenza, scoprirete un mondo che a Bagheria, nelle scelte dei nostri amministratori, non ha nè diritto di cittadinanza né di rappresentanza.

Qualche centinaio di famiglie,un migliaio di persone o sole, o con bambini e anziani spesso malati, che vivono in un degrado che la coscienza civile non può accettare: case di 20 mq. che ospitano sei-sette persone, in parte bambini piccolissimie neonati; panni stesi e lasciati fuori la notte in trespoli improvvisati; una vecchia motoretta come mezzo di tarsporto, dei passeggini sui quali nessuna mamma trasporterebbe i propri piccoli; famiglie che vivono senza la luce elettrica in casa, vecchi e bambini per i quali la strada è la vera casa, perchè nei tuguri entrano solo per dormire in giacigli maleodoranti in condizioni in cui molti non terrebbero neanche i loror cani; famiglie che vivono spesso della carità silenziosa e dignitosa dei vicini; il fornaio che da un pò dipane, qualche verdura, qualche ortaggio, così tanto per sopravvivere.


Questa realtà la conoscono e l'assistono solo le Chiese e la Caritas, non certo gli amministratori che non trovano fondi, quegli stessi fondi però che trovano, e in abbondanza, per le loro indennità.
In questi giorni sia La repubblica che il Giornale di Sicilia hanno documentato per Palermo una realtà vergognosa trasversalmente condivisa: da un canto amministratori di destra, di centro e di sinistra che si ingrassano con le indennità da politici, oltre che, senza lavorare, anche stipendi da aziende di dubbia origine; dall'altro tagli alle scuole ai servizi sociali alle fasce di bisogno, perchè soldi non ce ne sono.

Ma se Sparta piange , Atene non ride. Bagheria, se posssibile, sta anche peggio.
Salvo poi a fare nei consigli comunali i predicozzi per i gonzi e i colpevolmente distratti.

Allora, assessore Ingrassia, che fine ha fatto la Casa della solidarietà, che avrebbe potuto e dovrebbe offrire un minimo di sollievo a queste famiglie? Mancano forse i soldi? Fate una buona volta un gesto di coraggio: tagliate del 20% le indennità degli amministratori e destinatele ai più bisognosi.

Proprio come diceva l'assessore Filippo Tripoli, naturalmente quando non era assessore ed era all'opposizione.

La chiamano con molto sussiego e bon ton "raccolta porta a porta" o "door to door", come si dice nella lingua della "perfida e pallida Albione", ma sarebbe più giusto chiamarla da "crocco a crocco". E' lo spettacolo mattutino che si offre in tutta quella parte di Bagheria che non è servita dai mitici cassonetti

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